(di Patrizio Nissirio) ROMA - In molti, in queste settimane, scrivono che le prossime elezioni europee saranno le prime ad essere davvero una competizione che interessa tutta l'Ue, più che un esercizio per verificare gli equilibri interni nei singoli paesi. E a guardare bene le liste a livello continentale, si scoprono diversi candidati transnazionali. Come Olga Nassis, in campo in Grecia con Syriza, il partito del premier Alexis Tsipras. Siciliana, ha le sue radici in Grecia, e la sua identità è quella mediterranea, come racconta ad ANSAmed: "Sono un'antropologa, ho cominciato con uno studio sulla grecità in Albania. Ho due ragazzi, uno di quattordici anni che fa fumetti e ha passato guai a scuola per aver difeso un compagno bullizzato e l'altro che è al primo anno di ingegneria. Mia madre è siciliana di origine greca. La famiglia di mio padre è tutta epirota, mia nonna di Giannina, mio nonno di Parakalamos.
In Sicilia ho organizzato le lotte contro l'inquinamento petrolifero e lo sfruttamento del territorio e ho scritto sul giornale dell'antimafia, 'I Siciliani'; ho avuto un premio antimafia intitolato a Turiddu Carnevale".
La storia della famiglia di Nassis "è unita alla storia della Grecia - racconta -. Mio bisnonno ha lottato contro i turchi, mio nonno contro i tedeschi, da partigiano, e contro gli sfruttatori dei contadini come segretario dell'AKE (Partito degli Agricoltori Greco), esiliato e torturato per 11 anni. Mio padre, sotto i colonnelli, si rifugiò in Italia nel '68. La mia bandiera? Fermare il neofascismo".
Dal 2015 Nassis presiede le comunità e confraternite elleniche in Italia. E ha scelto la sfida elettorale in Grecia in una prospettiva europea: "Sono con Syriza perché ha riportato la Grecia al centro della politica europea. I greci hanno mostrato in questi anni difficili che cosa vuol dire dignità e popolo, e Syriza è stata degnamente, e con abilità, alla loro testa. Sono greca e quindi sono europea. Perché parlo la lingua del Mediterraneo, perché sono figlia di un popolo che ha fatto l'Europa, che si contamina e si mescola senza paura, sempre su un sistema di valori non egoista ma generoso. Perché è ingiusto che una ragazza in Svezia possa lavorare o studiare e un'altra in Sicilia o ad Atene debba rinunciare o andar via. Dobbiamo rifondare un'Europa profondamente democratica, solidale, pacifica ed essenzialmente umana".
"Parlo due lingue forti e profonde, divise solo da una sponda - dice -. E' da tremila anni che Italia e Grecia animano tutta l'Europa. L'Italia in cui sono cresciuta è la Magna Grecia, la mia lingua è quella del Mediterraneo. Il Sud, il Mediterraneo, è il cuore d'Europa. E' il centro del problema sociale, quello in cui bisogna intervenire prima. La migrazione è un dono, non un oggetto di paura. Le nazionalità uniscono, il nazionalismo uccide. Il muro rende poveri, diversità è ricchezza".(ANSAmed).