(ANSAmed) - ROMA, 6 MAG - "Il modello italiano di accoglienza
diffusa rischia di venire completamente smantellato e a farne le
spese non saranno solo i migranti e richiedenti asilo, che si
vedranno negati servizi essenziali ma anche migliaia di giovani
operatori". E' quanto sostiene Oxfam che in una nota ricorda che
nei Centri di accoglienza straordinaria (CAS) ha trovato
ospitalità l'80% dei migranti ed hanno lavorato oltre 36 mila
operatori e chiede un tavolo di concertazione al ministero del
Lavoro e al ministero degli Interni di rivedere i capitolati per
i centri d'accoglienza. Nei primi 4 mesi dell'anno, afferma
Oxfam, secondo i dati di Cgil Funzione Pubblica nazionale hanno
perso il lavoro oltre oltre 4.000 operatori che potrebbero
diventare 15.000 entro la fine dell'anno, via via che scadranno
i bandi di assegnazione in vigore ed a cui secondo l'Ong si deve
aggiungere il taglio del cosiddetto "indotto", rappresentato dai
corsi di formazione professionale, servizi legali, di mensa,
affitti degli appartamenti. Azzerate inoltre le ore di
assistenza psicologica, i corsi di italiano e quelli di
mediazione culturale. Per Oxfam inoltre a fronte della riduzione
dei contributi dati per l'accoglienza del singolo richiedente
asilo, il prezzo minore sarà pagato dai centri di grandi
dimensioni. Nei centri di accoglienza fino a 300 posti, infatti,
i tagli complessivi saranno solo del 28%, a fonte di quasi il
40% previsto per i piccoli appartamenti di accoglienza diffusa.
Ad esempio, la Prefettura di Roma stabilisce, con i nuovi bandi,
un pro capite pro die di 21,35 euro per l'accoglienza diffusa in
appartamenti, e di 26,35 euro per i centri di maggiori
dimensioni.