Ne risulta un'istantanea del Mediterraneo che va oltre la dolorosa attualità: nel mare di Ulisse, l'eroismo di moderni Enea restituisce spessore ai temi fondanti della cultura classica e cattolica, musulmana ed ebraica. Sono più di 10mila le presenze a Sabir, distribuite su oltre 80 incontri, nel cuore del barocco salentino. A pochi chilometri c'è lo stadio della Vittoria, a Bari, dove l'8 agosto del '91 con l'arrivo della Vlora furono assemblati migliaia di albanesi. È stato il più grande arrivo di migranti in Italia su una singola nave: erano 20 mila, assetati e affamati, uno choc per il Paese. I cento volontari Arci e Caritas accolgono gli oltre 2000 partecipanti al festival Sabir, il migliaio di iscritti alle formazioni per giornalisti, avvocati e operatori sociali, curiosi e specialisti che si sono distribuiti nel corso delle tre giornate a seguire concerti e studiare dati. Almeno 200 gli ospiti giunti dall'estero, tra rappresentanti della società civile delle due rive del Mediterraneo e di reti internazionali.
Ci sono le testimonianze di sindaci italiani cui è toccato affrontare la sfida dell'integrazione nei loro territori e osservatori africani che raccontano emergenze e urgenze delle migrazioni. C'è spazio per affrontare crisi identitarie e nuove tratte, puntando l'occhio su come cambiano le vittime oltre che le rotte del traffico, l'organizzazione del racket e le politiche di contrasto. Il prossimo Sabir potrebbe essere ospitato ancora una volta dalla Puglia, dato che il presidente Emiliano vorrebbe creare una Rete delle Regioni del Sud. (ANSAmed)