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Migranti: Di Maio, l'Ue non può farcela senza l'Italia

Ministro riceve Schinas, per questo accolga le nostre richieste

21 gennaio, 14:20

(ANSAmed) - ROMA, 21 GEN - "L'Italia è il Paese che ha più subito in Europa la crisi migratoria degli ultimi 10 anni, in particolare da quando nel 2011 qualcuno bombardò la Libia.

Abbiamo pagato colpe che non avevamo ed oggi all'Ue abbiamo inviato un messaggio chiaro: senza l'Italia, l'Ue non può farcela, e per questo ci aspettiamo che le nostre richieste siano accolte". Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, dopo aver incontrato a Roma il vice presidente della Commissione Ue Margaritis Schinas e la commissaria agli Affari Interni e per le Migrazioni, Ylva Johansson.

"E' necessario un nuovo inizio per l'Ue. Una politica dei rimpatri comune e l'introduzione di un sistema obbligatorio di distribuzione dei richiedenti asilo tra Paesi", ha detto Di Maio ai due ricevendoli alla Farnesina.

"La Commissione Ue ha riaperto il negoziato in materia di migrazione e asilo e presto si arriverà a un nuovo patto europeo sulla questione migratoria", annuncia il ministro su Facebook dopo l'incontro. A Schinas e Johansson - scrive - "ho riportato un concetto molto semplice: l'Italia è il Paese che ha dato di più in questi anni ed è stata lasciata sola, ora tocca a qualcun altro. Anche perché il nostro Paese rientra tra i 5 che hanno accolto più migranti in Unione Europea, ma le richieste di asilo sono più alte altrove, ad esempio in Francia, e ciò dimostra che gran parte delle persone che sbarcano sulle nostre coste non hanno intenzione di restarci, anzi vogliono poi andarsene nel Nord Europa". Questo, secondo il capo della diplomazia, "deve spingere l'Unione Europea a intervenire con determinazione e in prima persona. E le richieste dell'Italia sono molto chiare: intanto va superato Dublino e il principio di chi prima accoglie, poi gestisce; poi ci sono i rimpatri volontari". "L'Ue - ha proseguito - innanzitutto deve occuparsene ricorrendo a Frontex e lo deve fare elaborando una lista di Paesi sicuri dove rimpatriare, come abbiamo già fatto in Italia, al fine di velocizzare le operazioni. In questo senso, vanno pensati anche degli incentivi a livello Ue nei confronti di quei Paesi africani, e non solo, che si mostrano disposti a ricevere il rimpatrio. Incentivi commerciali o sulla politica dei visti".

"Infine - ha concluso - servono più soldi nel bilancio Ue sull'immigrazione, più risorse per aiutare i Paesi di origine.

Bisogna prevenire, giocare d'anticipo, incidere sulle ragioni delle migrazioni".(ANSAmed).

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