"L'Italia ha chiesto lo stop di interferenze esterne e si è fatta promotrice" di un intervento dell'Unione europea. In questo senso "un importante risultato è l'operazione Irini, la missione che ha come priorità il controllo dell'embargo Onu sulle armi alla Libia. L'Italia si è assicurata il comando della nuova operazione", ha ricordato Di Maio. "Sulla base di questo impegno siamo determinati alla massima imparzialità affinché qualunque violazione dell'embargo venga pubblicamente denunciata", ha affermato.
"Prosegue l'escalation sul terreno, c'è il rischio di uno scontro sempre più violento, resta valida l'analisi secondo cui nessuna delle due parti sia in grado di prevalere militarmente ma il perseguimento della fragile tregua e del cessate il fuoco appare come un obiettivo ancora difficile da raggiungere", ha proseguito Di Maio.
"Inutile dire che la crisi sanitaria del Covid-19 ha prodotto un rallentamento generale" del processo politico in Libia "e proprio in queste ore stiamo dando come Italia un rinnovato impulso", ha detto il capo della Farnesina. "Serve una de-escalation immediata del conflitto" e "un vero cessate il fuoco. Non esiste - lo ripeto - una soluzione militare alla crisi". "La Libia - ha proseguito Di Maio - è ad un passaggio cruciale. Il rischio di un'ulteriore inasprimento del conflitto, con il coinvolgimento sempre più massiccio di attori esterni, è evidente. Ed è purtroppo molto concreto. Si tratta di una prospettiva drammatica che stiamo cercando di evitare in ogni modo, con gli strumenti della diplomazia. Strumenti che però non hanno i tempi delle armi".
"La stabilizzazione duratura e sostenibile della Libia - ha concluso - rimane una priorità assoluta per il Governo italiano, a tutela del nostro interesse nazionale, del futuro del popolo libico e della stabilità dell'intera regione euro-mediterranea".(ANSAmed).