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Douaa, dalla Siria per trovare pace in Italia

La testimonianza della giovane rifugiata all'evento Unhcr

19 giugno, 13:28

(ANSAmed) - ROMA, 19 GIU - Nel corso della conferenza stampa di presentazione del rapporto Global Trends dell'Unhcr in Italia, Douaa Alkoka, rifugiata siriana che oggi vive in Calabria, ha raccontato la sua esperienza di viaggio e di accoglienza, e delle difficoltà dell'essere siriani in fuga dal proprio Paese.ROMA - Lasciare da bambina il proprio Paese, la Siria, alla ricerca di un futuro con la propria famiglia e di una cura per il padre. Le difficoltà in Libano, poi l'opportunità di arrivare in Italia, dove finalmente è giunta quella pace cercata da tanto tempo. È questa la storia di Douaa Alkoka, rifugiata siriana che oggi vive a Camini, in Calabria, che ha raccontato la sua testimonianza giovedì in occasione della conferenza stampa di presentazione del rapporto Global Trends dell'Unhcr. "E' stato difficile lasciare il mio Paese.

Lasci tutti i tuoi ricordi, la gioia che hai provato", racconta commossa Douaa, che ha 19 anni e viene da Damasco.In viaggio per salvare il padre"Sono in Italia da 4 anni, ma ho lasciato il mio Paese tanti anni fa per diversi motivi, il primo è la guerra e poi per i problemi di salute di mio padre. In Siria era difficile trovare una soluzione, e siamo dovuti andare via per cercare una operazione speciale per mio padre". "Lasciai la Siria da piccola, a quasi 9 anni, e siamo andati in Libano, dove abbiamo trovato molte difficoltà, siamo arrivati in un posto dove quelli come noi non li vogliono", spiega Douaa. "Con tante difficoltà siamo riusciti a trovare una camera dove stare, eravamo in 7, e siamo stati lì per 3 anni. Sono stati gli anni più difficili della mia vita, non siamo riusciti a frequentare bene la scuola, ci trattavano male, abbiamo davvero avuto tanti problemi, finché abbiamo saputo che potevamo fare l'operazione per mio padre in Italia. Ci hanno chiamati per venire qui", racconta. A quella notizia, "ci siamo sentiti tristi e felici contemporaneamente. Eravamo felici per mio padre, perché è difficile vedere un padre che sta male senza poter fare niente, ma eravamo tristi perché abbiamo dovuto lasciare il nostro Paese e stavamo andando molto lontano, senza sapere se poter tornare un giorno".L'arrivo in Italia, una nuova vitaPer arrivare in Italia, "siamo stati fortunati a non dover attraversare il mare.

Quando siamo arrivati, all'inizio è stato difficile perché tutti parlavano italiano e non capivamo cosa stessero dicendo". Giunta a Lamezia Terme, la famiglia ha conosciuto Rosario Zurzolo, presidente della società Eurocoop Servizi responsabile del progetto di accoglienza. "Lui ci ha accompagnati a Camini.

All'inizio stavamo male, abbiamo pensato di essere davvero lontani dal nostro Paese, trovandoci in un posto dove non sapevamo se saremmo stati bene oppure no". Tante paure, ma "quando abbiamo iniziato a parlare italiano, a frequentare la scuola, ci siamo sentiti felici, abbiamo capito di aver trovato un posto con persone che ci vogliono bene. Abbiamo trovato la pace, che non avevamo da tanto tempo". A Camini, dove Douaa è rappresentante della Pro Loco, la ragazza è riuscita a continuare gli studi, "una cosa impossibile sia in Siria sia in Libano". Oggi "mi sento felice di essere venuta in Italia, soprattutto a Camini, ci sono persone speciali". (ANSA).

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