ROMA - L'ultimo rapporto (https://www.asylumineurope.org/sites/default/files/report-downl oad/aida_it_2019update.pdf ) del progetto AIDA (Asylum Information Database) sull'Italia, aggiornato ai primi mesi del 2020, curato da Ecre (European Council on Refugees and Exiles) e dall'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), mostra un paese in cui i diritti di difesa e protezione dei richiedenti asilo sono sempre più compromessi. Lo denuncia in una nota l'Asgi, sottolineando che tra le cause di questo peggioramento dei diritti ci sono "la politica dei porti chiusi, le procedure accelerate di accesso all'asilo, l'accoglienza ridotta o negata" per via delle politiche del governo che "hanno portato a una progressiva chiusura dei piccoli centri di accoglienza e ad un consistente coinvolgimento nel sistema di accoglienza di grandi organizzazioni a scopo di lucro". Altre cause denunciate sono "la detenzione di fatto dei richiedenti e i diritti mai garantiti dopo il riconoscimento della protezione internazionale".
Misure correlate a Covid-19 Asgi ha riferito che a seguito dello scoppio dell'emergenza sanitaria per COVID-19 in Italia, sono state adottate misure che incidono sulle procedure di asilo e sulle disposizioni in materia di accoglienza. Ad esempio, il 7 aprile 2020 l'Italia ha emesso un decreto ministeriale in cui ha dichiarato i suoi porti non sicuri, attivando misure di quarantena per i migranti in arrivo nel Paese. L'associazione denuncia inoltre che anche se le attività di registrazione non sono state sospese, la chiusura delle Questure ha causato difficoltà, ritardi e in molti casi l'impossibilità di accedere alla procedura di asilo.
L'accoglienza in italia "Il 2019 è stato segnato dalla politica dei porti chiusi, dai respingimenti indiretti in Libia e da respingimenti privatizzati", denuncia l'Asgi citando il rapporto. Nonostante l'opposizione di numerose associazioni, il protocollo d'intesa tra Italia e Libia, è stato rinnovato nel febbraio 2020. Per quanto riguarda le condizioni di accoglienza, "i regimi di capitolato d'oneri adottati dal Ministero dell'Interno hanno portato a una progressiva chiusura dei piccoli centri di accoglienza e ad un consistente coinvolgimento nel sistema di accoglienza di grandi organizzazioni a scopo di lucro". Le prefetture sono state autorizzate ad adeguare le basi d'asta per i costi di locazione e sorveglianza, "ma senza un miglioramento della scarsa qualità dei servizi offerti ai richiedenti asilo nei centri di accoglienza. Nonostante il calo degli arrivi, la maggior parte delle strutture di accoglienza sono ancora centri di accoglienza d'emergenza". Le prefetture non hanno istituito strutture di detenzione dedicate a scopo identificativo. Infine il rapporto denuncia che di fatto, la detenzione dei richiedenti asilo ha continuato a essere segnalata negli hotspot.
(Arrival of 147 asylum seekers from Misurata (Libya) thanks to a humanitarian corridor at the Pratica di Mare military airport, near Rome, Italy, 29 April 2019. Photo: ANSA/ALESSANDRO DI MEO) (ANSA).