TUNISI - Le autorità tunisine hanno riferito di avere sventato, tra il 28 ed il 29 giugno, 9 partenze illegali verso le coste italiane di almeno 200 persone. Lo ha reso noto il portavoce della Guardia costiera di Tunisi precisando che nei confronti di 8 persone la magistratura ha emesso altrettante ordinanze di custodia cautelare e che durante le operazioni sono state sequestrate 2 imbarcazioni, 43 telefoni cellulari, e circa 10.000 dinari tunisini (3.200 euro circa).
Tentativi sventati domenica Tra le varie operazioni si segnala un tentativo di emigrazione irregolare verso l'Italia sventato domenica dalla Guardia costiera che ha fermato 23 persone a Mahdia. Lo riporta all'agenzia tunisina Tap una fonte della sicurezza precisando che sono stati tratti in arresto il proprietario della barca e due mediatori. In sequestro la barca utilizzata per la fallita traversata e una somma di denaro. Il pubblico ministero ha convalidato il fermo dei sospettati, ad eccezione di cinque minori soggetti a convocazione.
Arrestato grosso trafficante di esseri umani In un'altra operazione, ad Hammam Lif, la Guardia costiera ha intercettato una barca con 8 connazionali a bordo, denunciandoli alla magistratura, e a Sfax in un'operazione preventiva le forze dell'ordine hanno tratto in arresto un grosso trafficante di esseri umani noto come "al-Haji" (l'imperatore), specializzato nell'organizzazione di traversate illegali verso l'Italia a partire da Sfax, Mahdia e Monastir. In arresto anche suo fratello e 3 suoi presunti complici. Gli agenti hanno anche proceduto al sequestro di un'imbarcazione, auto e denaro contante per un valore di 21 mila dinari (6.600 euro circa). Per tutti loro la magistratura ha spiccato un ordine di arresto per molti capi di accusa, riporta la fonte. A Nabeul 7 tunisini sono stati sorpresi a bordo di un gommone, in procinto di raggiungere irregolarmente le coste italiane e arrestati dalla Guardia costiera.
(Un barcone con migranti a bordo diretto verso l'Italia intercettato al largo delle coste tunisine. PHOTO EPA/JOSE SENA GOULAO) (ANSA).