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Oxfam, 9,3 milioni di persone allo stremo in Siria

Situazione aggravata dall'emergenza coronavirus

30 giugno, 14:11

(ANSAmed) - ROMA, 30 GIU - Dopo 10 anni di guerra, oggi 9,3 milioni di siriani sono senza cibo e 2 milioni potrebbero aggiungersi a causa del collasso dell'economia, aggravato dall'emergenza coronavirus. Lo denuncia l'organizzazione Oxfam.

ROMA - Dopo quasi 10 anni di guerra e migrazioni forzate, con oltre 6 milioni di sfollati interni e 5 milioni e mezzo di rifugiati fuori dal Paese, la Siria si trova oggi a dover affrontare la piaga della fame che rende milioni di persone più esposte e vulnerabili al Covid-19, che ha già causato oltre 250 casi registrati ufficialmente. È l'allarme lanciato lunedì in vista della Conferenza annuale sulla Siria del 30 giugno a Bruxelles, da Oxfam e altre sei organizzazioni, tra cui Humanity & Inclusion, Care International, World Vision International, International Rescue Committee, Mercy Corps, e Norwegian Refugee Council. Le organizzazioni segnalano che 9,3 milioni di siriani si trovano già oggi in una condizione di totale insicurezza alimentare e altri 2 milioni potrebbero aggiungersi, con un incremento del 42% rispetto allo scorso anno.

Necessario aiuto internazionale A causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, del crollo della lira siriana, milioni di persone - spesso sfollate all'interno della Siria stessa o nei paesi confinanti - non hanno cibo a sufficienza o denaro per far fronte a necessità basilari. "L'aiuto internazionale è ora più che mai necessario - ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia - 10 anni di guerra hanno costretto i siriani a vivere in una spirale di disperazione e miseria che peggiora di anno in anno".

Siriani allo stremo, schiacciati dalla minaccia del Covid e dalla fame Nel nord-ovest del Paese i primi casi di Covid si sono registrati più di un mese fa e ad allarmare è la pressoché totale impreparazione ad affrontare l'epidemia: mancanza di test, strutture sanitarie prive di mezzi, la principale stazione di pompaggio idrico - che serve 460.000 persone - regolarmente fuori uso. La situazione non è diversa in molti campi e insediamenti informali in tutta la regione. Nelle aree sotto il controllo governativo - come pure nei paesi limitrofi che ospitano i rifugiati - i siriani sono allo stremo, schiacciati dalla minaccia del virus, dalla crisi economica e dalla mancanza di lavoro. "Chiediamo ai leader mondiali di aumentare le risorse finanziarie rispetto agli anni precedenti, per dare ai siriani non solo una chance di sopravvivenza, ma l'opportunità di ricostruire le proprie vite in sicurezza e dignità. - ha aggiunto Pezzati - Chiediamo inoltre al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di rinnovare la risoluzione di aiuto transfrontaliero per il nord-ovest della Siria, per un periodo di 12 mesi e di consentire nuovamente l'accesso nell'area alle organizzazioni umanitarie, per garantire aiuti alle persone più vulnerabili.

Ora più che mai è necessario intervenire per salvare vite dalla pandemia e dal collasso economico".

(A group of displaced Syrians sit in an underground shelter in the Taltouna village, 17kms northwest of the city of Idlib, Syria, 22 February 2020. PHOTO EPA/YAHYA NEMAH) (ANSA).

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