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Coronavirus: Ics,no ad allarmismi su rischi contagi migranti

'Nessun caso Covid registrato a Trieste tra richiedenti asilo'

02 luglio, 13:59

(ANSAmed) - ROMA, 02 LUG - L'associazione italiana Ics ha chiesto alle autorità della regione del Friuli-Venezia Giulia, al confine con la Slovenia, di non creare allarmismi sui possibili contagi di Covid-19 connessi all'arrivo dei rifugiati dalla rotta balcanica.

TRIESTE - "Procurare allarme tra la popolazione al fine di trarre un misero consenso politico è un comportamento grave e irresponsabile che mira a coprire l'incapacità dimostrata dall'amministrazione regionale nella gestione dell'emergenza sanitaria come è avvenuto nel caso delle case di riposo e delle residenze assistite e con il grottesco caso della nave traghetto che ha ridicolizzato la nostra regione in tutta Italia". Lo afferma in una nota il Consorzio italiano di Solidarietà - Ufficio rifugiati (Ics), "in relazione alle dichiarazioni del governatore del Friuli-Venezia Giulia Fedriga e dell'assessore Riccardo Riccardi sui possibili contagi di covid-19 connessi all'arrivo dei rifugiati dalla rotta balcanica". Ics sottolinea che "tutti i richiedenti asilo senza eccezione sono sottoposti a vigilanza sanitaria e a un periodo di isolamento fiduciario di 14 giorni allo scopo di escludere la presenza di patologie connesse al covid-19".

"Nessun caso registrato tra richiedenti asilo a Trieste" Tra gennaio e maggio 2020, aggiunge Ics, "l'associazione di medicina umanitaria Donk, in coordinamento con l'Azienda Sanitaria, ha effettuato oltre 900 visite e 18 tamponi su possibili casi sospetti. Nessun caso di covid-19 è stato registrato a Trieste tra i richiedenti asilo". "Nessuno - conclude la nota - può ovviamente escludere che possano in futuro presentarsi casi positivi tra i migranti, come in qualunque altro settore della popolazione italiana, ma il sistema di accoglienza e di vigilanza sanitaria è operativo h24 ed è adeguato a rispondere alle necessità".

Riccardi (Fvg), rotta Balcani rischio per contagi Martedì, il vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, in riferimento alla nuova impennata pandemica in alcuni Paesi dei Balcani, aveva dichiarato in una nota che "la rotta balcanica genera molta preoccupazione, perché si tratta di un flusso di persone fuori controllo, con molti individui giovani i quali, se affetti da Covid, sono molto probabilmente asintomatici e quindi potenzialmente fonte di possibili contagi". L'aumento dei casi di positività al Coronavirus rilevato in Croazia, Serbia e Bosnia - ha spiegato Riccardi, come riporta la nota - viene comunque controllato e monitorato dalle organizzazioni sanitarie dei singoli Stati, "mentre quello che sfugge completamente è la verifica delle condizioni di salute di chi entra in maniera illegale e non viene intercettato alle frontiere dalle Forze dell'ordine". "Per questo - ha concluso - è necessaria una politica europea uniforme e più attenta a questo particolare problema, perché il rischio, come abbiamo imparato, lo si contiene con i tracciamenti e la gestione dei focolai. Per questo i passaggi incontrollati da un confine all'altro alle porte di casa nostra sono un elemento di seria preoccupazione".

(Sosta in Bosnia Erzegovina per un gruppo di migranti in viaggio sulla rotta balcanica. EPA/FEHIM DEMIR) (ANSA).

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