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La galleria Mashrabia, un ponte culturale italiano al Cairo

Da mezzo secolo lancia nuovi artisti in un mercato conservatore

22 febbraio, 10:30

(di Rodolfo Calò) (ANSAmed) - IL CAIRO, 22 FEB - Pur nel gelo creato fra Italia e Egitto dai casi di Giulio Regeni e Patrick Zaki, e con tutte le difficoltà economiche di una struttura privata, nel cuore del Cairo una galleria d'arte a guida italiana continua nella sua pluriennale opera di mediazione culturale fra le due sponde del Mediterraneo. Si tratta della galleria d'arte contemporanea Mashrabia, fondata nella capitale egiziana negli anni Settanta e da circa un trentennio diretta da un'italiana, Stefania Angarano.

Il suo sito ricorda che "la galleria ha svolto un ruolo pionieristico nella diffusione delle Arti Plastiche attraverso la presentazione di artisti non egiziani in Egitto e la promozione di giovani talenti locali sia nel Paese nordafricano che all'estero".

"Rompendo con la tradizione artistica dominante, la predilezione per linguaggi innovativi privi di qualsiasi componente decorativa così come l'originalità e la forza delle opere d'arte sono da sempre i criteri per la rigorosa scelta degli artisti e delle loro opere", viene aggiunto. "La continua promozione di artisti affermati e la ricerca di nuovi talenti ha permesso la creazione di una collezione permanente ricca e diversificata e di un servizio di consulenza artistica sia per clienti privati che per aziende".

"Mashrabia è nata principalmente dal desiderio di creare un ponte tra l'Europa, l'Occidente e l'Egitto", ha ribadito ad ANSAmed Angarano che, approdata al Cairo nel 1990 con una borsa di studio in arabistica, aveva alle spalle anche una laurea in estetica ed esperienze lavorative presso gallerie in Italia.

Unica galleria definibile 'italiana' al Cairo, Mashrabia deve confrontarsi con un pubblico di collezionisti molto conservatore che acquista pochissime opere di giovani e cerca lavori di artisti già consolidati, ha notato la gallerista.

I generi che si alternano nei suoi locali vicino alla centralissima ed iconica piazza Tahrir sono pittura, new media, installazioni, scultura, "insomma quasi tutti le declinazioni del contemporaneo", ha detto Angarano pur ammettendo di amare soprattutto la pittura.

Pur tra mille ostacoli burocratici ed economici, Mashrabia ha lavorato con passione per promuovere gli scambi culturali, invitando a esporre al Cairo artisti dall'Italia - come lo scultore Marco Magrini - dal resto dell'Europa, e da Iraq, Siria e Marocco. Nell'altro senso invece la galleria ha presentato per la prima volta nel 2015 artisti egiziani alla Bologna Arte Fiera, con un buon successo anche di vendite, ha ricordato Angarano. Da allora Mashrabia ha partecipato più volte a Beirut Art Fair e alla 1:54 African Art Fair a Londra e a Marrakesh, con una sempre rinnovata selezione di artisti.

Memorabile al Cairo resta la mostra Invisible Presence: Looking at the Body in Contemporary Egyptian Art organizzata da Angarano nel 2009 nel complesso Samaa Khana, ristrutturato da un altro italiano, il professore Giuseppe Fanfoni, con installazioni, video e performance tenutesi nel teatro in legno dei dervisci rotanti.

La mediazione culturale della milanese si estende anche ai libri attraverso la casa editrice "Beba Editions" da lei fondata, che ha tradotto in arabo scrittori contemporanei di alto livello letterario come Valeria Parrella, Francesco Piccolo, Gianrico Carofiglio, Niccolò Ammaniti e molti altri.

(ANSAmed).

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