(di Cristiana Missori)
(ANSAmed) - ROMA, 21 GEN - ''La presenza della Kfor e della
Nato in Kosovo è più che necessaria. Direi fondamentale,
soprattutto in un momento come questo, dove nessuno Stato può
dirsi immune dalle minacce globali''. A parlare è la presidente
della Repubblica del Kosovo, signora Atifete Jahjaga, in questi
giorni a Roma dove ha incontrato i presidenti di Camera e
Senato.
''La presenza della Kfor va oltre i confini del Kosovo'', ed
è più che indispensabile ''per garantire la pace e la stabilità
di tutti i Balcani occidentali'', ribadisce all'ANSA Jahjaga. Il
riferimento è anche alle minacce e alle sfide provenienti dal
terrorismo di matrice islamica. ''Il Kosovo - sostiene la
presidente - è in prima linea per combattere il fenomeno dei
foreigh fighters e stiamo approvando una legge che fornirà gli
strumenti giusti alle autorità giudiziaria e di polizia kosovare
di agire''. Jahjaga, che insieme a tanti altri capi di Stato e
di governo era alla marcia di Parigi al fianco del presidente
Hollande dopo i violenti attacchi terroristici che hanno colpito
al cuore la Francia, non vuole parlare di numeri, ma ammette: il
fenomeno dei combattenti in Siria va sradicato. ''Quanto
accaduto - dice - ci ha dato una sveglia: non possiamo ignorare
queste minacce che sono sempre più forti in ogni Paese, poco
importa la sua dimensione''. Per combattere l'estremismo ci sono
diverse chiavi. ''Integrazione, sicurezza, educazione, e
sicurezza economica per la popolazione, sono tutti elementi che
devono andare di pari passo'', sostiene la presidente che vanta
una esperienza ai vertici della polizia. La situazione economica
nel Paese non è certo delle migliori. In molti, soprattutto
giovani, cercano asilo nell'Unione europea in cerca di un
lavoro. ''Abbiamo risorse, abbiamo una popolazione giovane
(circa il 65% della popolazione ha meno di 35 anni). Quel che
vogliamo è ridurre l'immigrazione illegale dei nostri
cittadini''. Per questo, ''abbiamo bisogno di aiuto da parte dei
Paesi amici, come l'Italia. E siamo aperti agli investimenti ed
è questo messaggio che voglio portare alle autorità italiane''.
Infine, resta sul tavolo la questione della ripresa del
dialogo con Belgrado, previsto per il 9 febbraio. Noi - dice -
abbiamo fatto grandi progressi ma il cammino è ancora lungo per
la normalizzazione dei rapporti. La Serbia deve fare molti
sforzi per l'implementazione degli accordi siglati a Bruxelles,
soprattutto in materia di smantellamento delle strutture
parallele esistenti finanziate e sostenute dalla Serbia nel Nord
del Kosovo e che tengono in ostaggio i nostri cittadini in
queste zone''. Non ci sono altre alternative ''se non migliorare
le nostre relazioni con Belgrado e siamo molto gradi all'ex Alto
rappresentante per la politica estera europea, lady Ashton, e
sappiamo che anche Federica Mogherini farà lo stesso per aiutare
nella normalizzazione dei nostri rapporti e per promuovere il
dialogo''.
Questa mattina Jahjaga è stata in udienza privata da papa
Francesco. Un incontro importante, commenta, non soltanto sul
piano umano ma anche per il piccolo Stato balcanico che auspica
il riconoscimento da parte della Santa Sede. Al Santo padre,
confida, ''ho illustrato gli sforzi compiuti dal Paese in questi
anni'' per assicurare e ''promuovere la convivenza fra le
diverse comunità e confessioni religiose che vivono in Kosovo''.
(ANSAmed).