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Kosovo: ministro, immigrazione illegale non è più problema

Collaku a Roma,'di qui a 5 anni le cose saranno molto diverse'

08 aprile, 14:16

(di Cristiana Missori) (ANSAmed) - ROMA, 8 APR - L'immigrazione illegale di migliaia di cittadini del Kosovo non è più un problema. Con la firma degli accordi per il loro rimpatrio con gli Stati Ue coinvolti dal fenomeno la situazione è sotto controllo. Ad assicurarlo è il ministro per l'Integrazione europea del Kosovo, Bekim Collaku, in visita oggi e domani a Roma, dove incontrerà, fra gli altri, i sottosegretari agli Affari esteri Sandro Gozi e Benedetto Della Vedova. ''Di qui a 5 anni le cose saranno notevolmente cambiate'', sostiene il ministro. Dal programma economico (2015-2018) messo in atto, infatti, l'esecutivo kosovaro si aspetta la creazione di migliaia di posti di lavoro. ''Per quest'anno - spiega - ci aspettiamo la finalizzazione di due importanti investimenti che porteranno lavoro. Il primo, grazie alla privatizzazione ''dell'unico resort sciistico del Paese, situato a Brezovica''.

La gara, vinta dai francesi, ''prevede un investimento da 400 milioni di euro e la creazione di 300 mila posti di lavoro. Il secondo, che dovrebbe muovere i primi passi entro la fine del 2015, riguarda la realizzazione di una centrale elettrica per un valore di 1,2 miliardi di euro. Anche qui ci aspettiamo migliaia di nuovi occupati''. Nel settore agricolo, poi, ''abbiamo previsto la concessione di 15 milioni di euro in prestiti e sovvenzioni per l'apertura di nuove aziende agricole''. Certo, ''non cambierà tutto in una notte, ma presto i giovani non saranno più tentati di fuggire altrove''. La solerzia con la quale il governo di Pristina ha chiuso le intese con gli Stati Ue travolti dall'arrivo di centinaia di richiedenti asilo, lascia sottendere il disperato bisogno del Paese di ottenere l'ok definitivo da parte della Commissione Ue (atteso entro fine anno) per la liberalizzazione dei visti. Un tasto su cui il Kosovo batte da anni. ''In questo l'Italia ci ha molto aiutato, così come ci ha sostenuto nel nostro cammino verso la firma dell'Accordo di Stabilizzazione e Associazione (Asa) che sigleremo quest'anno''. A Roma, però, Collaku torna a chiedere più investimenti. ''Le aziende italiane presenti sono circa 400, ma c'è molto spazio ancora per le vostre imprese''. Se l'Asa rappresenta un passo importante verso l'integrazione del Kosovo in Europa, l'accesso sembra ancora un miraggio, anche a causa della storica opposizione di alcune cancellerie. Pochi giorni fa incontrando il primo ministro serbo Vucic, il premier slovacco Fico è tornato a ribadire l'indisponibilità del suo Paese a riconoscere il piccolo Stato balcanico. Spagna, Cipro, Romania e Grecia fanno altrettanto. ''In realtà questi cinque Stati non ci hanno mai veramente ostacolato. Presto o tardi saranno comunque chiamati a esprimersi'', fa notare. ''Il nostro riconoscimento in fondo è nel loro interesse. Sono amici degli Stati Uniti, sono membri della Nato, non possono andare controcorrente rispetto ai loro partner non avrebbe alcun senso''. E comunque, scherza, ''nessuno sul tema può rappresentare un osso più duro della Serbia''. (ANSAmed).

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