In Serbia - che non riconosce l'indipendenza del Kosovo, con Belgrado che continua a considerarlo una sua provincia meridionale - vi sono state in giornata numerose manifestazioni di protesta contro l'ingresso del Kosovo nell'Unesco, dopo le varie prese di posizione negli ultimi giorni da parte delle massime autorita' istituzionali serbe e della Chiesa ortodossa.
Raduni di manifestanti, tra i quali molti studenti, si sono tenuti tra l'altro a Belgrado, Novi Sad e nella parte nord (serba) di Kosovska Mitrovica, la citta' del nord del Kosovo divisa in due in un settore serbo cristiano e uno albanese musulmano. Belgrado - che considera il Kosovo la culla della propria cultura, spiritualita' e religiosita' - accusa Pristina di volersi impossessare dell'immenso e inestimabile patrimonio artistico e culturale serbo presente in Kosovo. La Serbia inoltre accusa i kosovari di aver saccheggiato e distrutto dal 1999 (fine del conflitto armato serbo-kosovaro e dell'ingresso in Kosovo delle forze internazionali e della Nato, ndr) centinaia di chiese, monasteri e altri monumenti religiosi serbo ortodossi. Molti si sono spinti a fare paragoni con la barbarie dell'Isis e della furia iconoclastica anti-cristiana dei terroristri islamici. "Come puo' un Paese che distrugge opere d'arte e monumenti essere premiato con l'adesione all'Unesco, i cui principi sono la tutela e la cura del patrimonio artistico?", hanno detto a piu' riprese i dirigenti serbi per motivare la loro contrarieta'. (ANSAmed).