Parlando al termine di un incontro avuto oggi a Raska (nel sud della Serbia, a ridosso del confine col Kosovo) con i rappresentanti della popolazione serba del nord del Kosovo, Vucic ha chiesto direttamente all'Alto rappresentante Ue, Federica Mogherini, di intervenire per condannare il comportamento di Pristina. "Avevamo avuto garanzie che (il presidente Hashim) Thaci e (il premier Isa) Mustafa non avrebbero detto stupidaggini come quelle che vanno dicendo, che sarebbero stati zitti e che non vi sarebbero state azioni unilaterali", ha detto Vucic sottolineando come invece da parte serba non vi sia stato nulla di tutto ciò. "Voglio che da parte della Ue si dica chiaramente che (a violare gli impegni) è stata la parte albanese", ha aggiunto il premier. A più riprese dalla Ue sono venuti inviti a Belgrado e Pristina a fare meno dichiarazioni alla stampa e a lavorare di più per attuare gli accordi.
In precedenza nel pomeriggio il presidente kosovaro Thaci aveva attaccato duramente la Serbia, parlando di "campagna di propaganda" diretta a suscitare "paura e odio interetnico" fra la popolazione serba del nord del Kosovo, che sarebbe minacciata e in pericolo. Parlando con tono visibilmente contrariato e preoccupato, Vucic ha puntato il dito contro la dirigenza kosovara che, in sede di dialogo, fa di tutto a suo avviso per addossare ogni responsabilità a Belgrado, accusando i serbi di tutto quello che non va loro bene. Ieri, al termine dell'ultima sessione di colloqui a Bruxelles, le due delegazioni non avevano rilasciato dichiarazioni. "Purtroppo per Thaci è impossibile stare zitto per almeno 24 ore", ha osservato. Vucic ha al tempo stesso polemizzato con alcuni "ambasciatori stranieri" non meglio precisati che pretendono di dire a Belgrado dove debbano o non debbano essere dislocati reparti militari e di polizia.
"Di questo e' meglio che parlino nei loro Paesi", ha detto scuro in volto. (ANSAmed).