Con l'accusa di attentato grave alla sicurezza pubblica i giudici hanno inflitto sei mesi di reclusione con il beneficio della condizionale di due anni a tre imputati, e cinque mesi al quarto, sempre con la condizionale su due anni. Per insufficienza di prove sono stati invece assolti altri tre giovani imputati.
I gravi incidenti scoppiarono il 21 febbraio 2008, al termine di una grande manifestazione di protesta organizzata nel centro di Belgrado contro la proclamazione di indipendenza del Kosovo avvenuta quattro giorni prima, il 17 febbraio. Gruppi di dimostranti - ultranazionalisti appoggiati da frange di tifoserie violente del calcio belgradese - contestarono con lancio di sassi, bottiglie e materiali incendiari alcune ambasciate occidentali, a cominciare da quella degli Stati Uniti, per contestare il loro appoggio all'indipendenza di Pristina. La sede diplomatica americana andò in parte in fiamme, con l'incendio che provoco' la morte di un manifestante. Quello conclusosi oggi e' stato il secondo processo per tali eventi, dopo che la sentenza del primo era stata annullata un anno fa.
L'intera vicenda ha influito negli anni scorsi sui rapporti tra Serbia e Stati Uniti, che hanno ripetutamente sollecitato condanne esemplari per i responsabili. Ed e' difficile credere che i responsabili Usa siano soddisfatti per la sentenza odierna. (ANSAmed)