Richiesto di precisare il senso dei 'cambiamenti drastici' richiesti, Vucic ha fatto riferimento alla "normalizzazione della situazione, come dicono loro". Naturalmente, ha osservato, cio' si presta a varie interpretazioni. "Per questo non ci consentiranno di diventare membri dell'Unione europea senza un documento legalmente vincolante". Secondo il ministro per l'integrazione europea Jadranka Joksimovic tuttavia, la Serbia non dovra' riconoscere il Kosovo per entrare nella Ue, e i 'cambiamenti drastici' cui fa riferimento Vucic si riferiscono a suo avviso all'attuazione di tutti gli accordi e documenti varati in sede di dialogo.
Nessuno, ha osservato, ha ancora chiesto alla Serbia di riconoscere il Kosovo. "E' normale che I Paesi che hanno riconosciuto l'indipendenza del Kosovo si aspettino un riconoscimento anche da parte nostra, ma ci sono Paesi membri dell'Unione che non hanno riconosciuto il Kosovo (Spagna, Grecia, Romania, Cipro, Slovacchia, ndr), per questo la Ue deve restare su una posizione neutrale nel dialogo tra Belgrado e Pristina", ha detto il ministro. Su proposta di Vucic, nei vari comparti della societa' serba e' stato avviato dal mese scorso un dialogo interno sulla questione del Kosovo, un passo questo che alcuni osservatori interpretano come la possibile volonta' del presidente di 'preparare il terreno' a un futuro riconoscimento dell'indipendenza di Pristina. (ANSAmed)