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Benedetto XVI lascia, stupore nel mondo

'Sento il peso. Lo faccio per il bene della Chiesa'

11 febbraio, 17:37

(ANSAmed) - Roma, 11 feb - Il Papa lascia il pontificato dal 28 febbraio. Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. Il Papa ha spiegato di sentire il peso dell'incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa. La 'ingravescentem aetatem' cioe' l'eta' avanzata. Questo tra i motivi addotti da Benedetto XVI, per le sue dimissioni. La sua decisione, annunciata in latino davanti al collegio cardinalizio e alla Casa Pontificia riunite per un concistoro di canonizzazione, e' stata accolta nel piu' profondo silenzio e con smarrimento. Il Papa aveva una voce solenne ma serena e il volto un po' stanco.

''Ben consapevole della gravita' di questo atto, con piena liberta', dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005'', ha detto Benedetto XVI.

''Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti'', ha aggiunto il Papa.

''Non risulta nessuna malattia in corso che abbia influito sulla decisione'' del Papa. Negli ultimi mesi e' diminuito il suo vigore. Sappiamo l'eta' che ha e che e' normale per persone in eta' avanzata vivere un declino delle proprie forze ed il Papa lo ha sentito negli ultimi mesi e lo ha riconosciuto con lucidita''', ha detto padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa Vaticana.

Il Papa soffre per dolori articolari e reumatici ma e' anche il peso del suo ruolo a incidere sul suo stato generale: e' quanto trapela da fonti mediche dello staff che lo segue. Il Pontefice e' anche sofferente di fibrillazione atriale cronica ma, si e' appreso, rifiuta i farmaci anticoagulanti prescritti.

Il Papa ha indicato il 28 febbraio per il termine del pontificato e chiesto che si indica un conclave per l'elezione del successore. La ''sede vacante'' scatta dalle ore 20.00 del 28 febbraio. Lo ha detto il Papa annunciando ai cardinali la decisione di dimettersi. Dovra' quindi essere convocato un conclave per l'elezione del nuovo Papa. Nel mese di marzo, probabilmente, avremo il nuovo Papa, ha detto Lombardi.

''Il Papa ci ha preso un po' di sopresa'', ha spiegato Lombardi aprendo una conferenza stampa. Il Papa, negli ultimi tempi, ''non era assolutamente depresso, aveva serenita' spirituale e padronanza del rapporto con gli alti. Non c'erano segni definiti di depressione o scoraggiamento, anche se puo' essere stato toccato da vicende difficili, ma non direi che cio' lo ha indotto a decisione''. Georg Ratzinger, il fratello di papa Benedetto XVI, era da mesi al corrente dei piani di dimissioni annunciati stamani dal pontefice. ''Ero stato messo al corrente'', ha detto il religioso secondo quanto riporta il sito del quotidiano Die Welt ''Mio fratello si augura piu' tranquillita' nella vecchiaia''.

La decisione del papa di rinunciare al pontificato ''sara', come lui ha detto, per il bene della Chiesa''. Lo ha detto il cardinale Angelo Scola nel corso dell'Omelia durante la messa per i malati alla parrocchia di Santa Maria di Lourdes a Milano.

Nella storia della Chiesa finora si contano solo quattro casi accertati di dimissioni: Benedetto IX (1 maggio 1045), Gregorio VI (20 dicembre 1046), Celestino V (13 dicembre 1294) e Gregorio XII (4 luglio 1415).

Come prevede il canone 332 del Codice di Diritto Canonico, l'elemento essenziale di ogni atto di rinuncia giuridicamente valido - compreso quello del Papa - è la libertà della manifestazione di volontà.

Celestino V, ''colui che fece il gran rifiuto'', come lo indica Dante, che nella Divina Commedia lo colloca nell'Antinferno tra gli Ignavi.

Di origini molto umili (i genitori erano contadini e lui era il penultimo di dodici figli) Celestino V fu eletto al soglio pontificio il 5 luglio 1294 in tempi molto bui per la Chiesa.

Rassegno' le dimissioni dopo pochi mesi, il 13 dicembre di quello stesso anno, non reputando piu' opportuno prestarsi alle pressioni di Carlo d'Angio' e dei faccendieri intenti ad approfittare della sua buona fede. Catturato a Vieste nel giugno 1295 mentre tentava di raggiungere l'eremo di Sant'Onofrio, fu consegnato al nuovo Papa Bonifacio VIII e imprigionato nel castello di Fumone (Frosinone) dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1296.

Aveva 87 anni. Sui motivi dell'elezione, della sua rinuncia e della sua detenzione gli storici hanno discusso a lungo, additando per lo piu' Celestino come un santo e Bonifacio VIII in chiave tutta negativa. Teorie che pero' sono state in parte riviste. In particolare, in occasione della terza visita di Benedetto XVI in Abruzzo nel luglio 2010, con sosta proprio presso la tomba di Celestino per consegnargli il ''pallio'', sull'Osservatore Romano Paolo Vian scrisse: ''non e' ne' l'ingenuo vegliardo catapultato in scenari troppo grandi per lui ne' l'intrepido riformatore impedito dall'apparato mondano di una Curia tutta terrena''.

''Celestino e Bonifacio VIII non sono in realta' araldi di Chiese diverse''. E' quanto sostenne anche Paolo VI, primo papa moderno a rendere omaggio nel 1966 a Celestino V visitando il Castello di Fumone in Ciociaria e ''riabilitando'' Bonifacio VIII.

(ANSAmed).

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