Il suo papato è stato infatti caratterizzato da una forte volontà di dialogo. Per dirla con le parole del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, Benedetto XVI ha dimostrato di essere sempre un "interlocutore sensibile", pronto a costruire un rapporto "rispettoso e costruttivo" con gli altri credenti. Eppure gli inizi del pontificato di Benedetto XVI non sono stati affatto facili, né sul fronte dei "fratelli maggiori" ebrei, né su quello del complesso rapporto con il mondo musulmano. Dagli ebrei non erano state gradite alcune sue mosse: la decisione di riabilitare la messa in latino, con la preghiera pre-conciliare che auspicava la conversione dei 'giudei'; i tentativi di riprendere il processo di beatificazione di Pio XII, accusato dal mondo ebraico di aver taciuto di fronte agli orrori della Shoah; la revoca della scomunica ad un gruppo di vescovi lefebvriani, tra cui il negazionista Richard Williamson.
Il viaggio in Terrasanta nel 2009, la sua preghiera davanti al Muro del Pianto, la sua commozione e le sue parole nel Museo dell'Olocausto, avevano dissipato dubbi ed equivoci; la visita alla Sinagoga di Roma, nel 2011, ha rappresentato un'ulteriore tappa di avvicinamento. "Il suo pontificato - afferma oggi il rabbino capo ashkenazita di Israele Yona Metzger - ha segnato le migliori relazioni tra la chiesa e il rabbinato. Speriamo che continui così". Un simile percorso è avvenuto anche con i musulmani. Nel 2006, il discorso di Ratisbona, con la citazione di un imperatore bizantino che definiva l'Islam "disumano", incendiò le piazze del Medio Oriente, dell'Africa e dell'Asia. Ci furono violenze anti-cristiane ed una suora perse la vita in Somalia.
Il chiarimento arrivò nei mesi successivi con la visita in Turchia. L'immagine del Papa scalzo nella splendida moschea Blu di Istanbul, in raccoglimento accanto al mufti, dissipò molte nubi, ed aprì un processo di collaborazione sia con i musulmani sunniti che con quelli sciiti.
Tra gli ultimi impegni interreligiosi internazionali di papa Ratzinger rimane il viaggio in Libano nel settembre 2012, in piena crisi siriana e mentre il mondo musulmano era in subbuglio per un video anti-islamico prodotto negli Stati Uniti. Nonostante le tensioni, Benedetto XVI non ha pensato per un momento a rinunciare al viaggio, durante il quale ha anzi rilanciato l'importanza del dialogo cristiano-musulmano, della "saggezza" e della "tolleranza". (ANSAmed).