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Papa: Al Azhar, l'Islam chiede rispetto al nuovo Pontefice

Tra gli studenti al Cairo, 'Raztinger aveve opinioni scioccanti'

13 febbraio, 19:03

(di Danila Clegg) (ANSAmed) - IL CAIRO, 13 FEB - Due anni dopo l'inizio del 'grande freddo' fra il mondo musulmano rappresentato da al Azhar e il Vaticano, dalla più importante istituzione del mondo sunnita arriva un segnale di disponibilità a relazioni basate "sul reciproco rispetto e apprezzamento".

Una cauta apertura che coincide - come spiega esplicitamente una nota - con le dimissioni di Benedetto XVI, il pontefice accusato di indebite ingerenze quando invocò la protezione dei cristiani nella regione dopo l'attentato di Capodanno ad Alessandria nel 2011 e che nel 2006 scatenò la protesta per la citazione di un imperatore bizantino per il quale l'Islam era disumano.

Rispetto per l'Islam è quanto invocano i teologi di al Azahr e anche gli studenti della omonima università, che accoglie circa 300.000 giovani provenienti da tutto il mondo. "Non ci sono assolutamente contatti e tutto dipenderà dal nuovo papa", dice all'ANSA uno stretto collaboratore del gran imam Ahmed el Tayyeb, mentre un suo ex consigliere, ora teologo dell'Accademia delle scienze islamiche, dice che il nuovo pontefice dovrà mostrare rispetto per l'Islam.

"Benedetto XVI aveva opinioni sull'Islam scioccanti non solo per al Azhar, ma per tutti i musulmani", dice all'ANSA Abdallah al Nagar, precisando che non c'é ostilità nei confronti del papa, persona "apprezzabile e rispettabile". "Ma il dialogo - sottolinea - si deve basare sul fatto che ciascuno rispetta la religione dell'altro. Il problema dell'Occidente è che riconosce i musulmani, ma non l'Islam", ha osservato.

Basta fare un rapido giro nel gigantesco campus della università, rigorosamente diviso fra ragazzi e ragazze, per capire che l'atteggiamento di chiusura nei confronti del Vaticano di Benedetto XVI è completamente condiviso. Pochissimi sanno che il papa si è dimesso, ma sono tutti convinti che il suo successore dovrà dimostrare di rispettare l'Islam come religione. "Perché in Europa c'é una legge contro l'oltraggio dell'olocausto e non dell'Islam?", chiede Mohamed, sostenuto da altri due studenti di ingegneria, tutti al primo anno. "Il nuovo Papa sostenga una legge così", invocano. E quando gli si fa notare che l'Olocausto ha una valenza storica molto particolare replicano: "Anche gli arabi sono stati massacrati, in Andalusia quando sono stati cacciati e ora in Bosnia", dice Samir.

Più diffidenti le studentesse. Un gruppetto affida la sua opinione a Fatma, volto celato dal niqab. "Nessuna relazione col Vaticano finché non rispetterà la nostra religione", dice, prima di rivelare a sorpresa la sua materia di laurea, l'ebraico.

"Occorre conoscere il nemico", dice, facendo intuire un sorriso sotto il velo nero. E quindi ogni ebreo è un nemico? "No, ma i sionisti e gli ebrei estremisti sì. Io sono velata ma non sono integralista. Ci tengo a dirlo perché è un errore che fanno spesso i media anche qui in Egitto".

E il niqab riaffiora anche nel colloquio con gli studenti nel campus maschile a qualche chilometro di distanza. "Perché in Francia ne hanno vietato l'uso?", si indigna uno degli studenti.

Perché la Francia è uno Stato che sancisce il laicismo e vieta i simboli religiosi nei luoghi pubblici. Silenzio.

"E allora dov'é la libertà?", sbotta Mohamed, che il francese lo sta studiando ora all'università. (ANSAmed).

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