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Vaticano: Francesco piace ad ebrei di Roma e Gerusalemme

Papa, dialogo da subito. Il 19 l'inaugurazione del Pontificato

15 marzo, 10:29

(di Virginia Di Marco) (ANSA) - ROMA, 15 MAR - Papa Francesco piace agli ebrei di Roma, come a quelli di Gerusalemme. Sia dalla capitale italiana che dalla Città Santa sono giunti apprezzamenti e auguri per il nuovo pontefice, che ha scelto di presentarsi alla Comunità ebraica di Roma con una lettera al Rabbino capo, Riccardo Di Segni. "Nel giorno della mia elezione a Vescovo di Roma e pastore universale della Chiesa cattolica, le invio il mio cordiale saluto, annunciandoLe che la solenne inaugurazione del mio pontificato avrà luogo martedì 19 marzo". Una lettera breve, ma significativa, in cui il Papa dichiara: "Confidando nella protezione dell'Altissimo, spero vivamente di poter contribuire al progresso che le relazioni tra ebrei e cattolici hanno conosciuto a partire dal Concilio Vaticano II".

Parole accolte con piacere da rav Di Segni, che nella sua risposta ha ringraziato il pontefice, rinnovando i propri "auguri per questa elezione, che richiederà un'enorme dose di forza e saggezza". Parlando con l'ANSA, il rabbino si è dichiarato "compiaciuto" dalla missiva. "Vedo - ha affermato - che la linea tracciata da Benedetto XVI sta continuando". "Il Concilio Vaticano II - ha aggiunto Di Segni - è la base di tutti i progressi che la Chiesa cattolica ha fatto in questi ultimi decenni. Immagino e spero che sia un'indicazione di non rinunciare a questi principi''. Francesco ha invitato anche Di Segni alla cerimonia di intronizzazione del 19 marzo, quando sono attese 200 delegazioni con capi di stato e di governo da tutto il mondo. Felicitazioni per il nuovo Pontefice sono arrivate anche dal Rabbinato di Gerusalemme, ossia dai rabbini Shlomo Amar (sefardita) e Yona Metzger (ashkenazita), i quali hanno auspicato, anche da parte loro, continuità con i due precedenti pontificati. "Negli ultimi 12 anni - hanno rilevato in un comunicato - è stato condotto un dialogo ricco e fruttuoso fra il Rabbinato di Israele e il Vaticano su questioni di massimo significato come il divieto di invocare il nome del Signore per la giustificazione di azioni terroristiche; la santità della vita; la santità della cellula familiare, e via dicendo. In questo dialogo abbiamo raggiunto successi significativi", grazie anche all'incoraggiamento e al coinvolgimento dei due papi precedenti. "Il Rabbinato è sicuro che papa Francesco, le cui buone relazioni con gli ebrei sono ben note, andrà avanti nello stesso spirito".

E sempre da Gerusalemme arriva un'ulteriore prova della saldezza di rapporti tra Francesco e gli ebrei. Parlando con la stampa, il rabbino David Rosen - direttore della Commissione per il dialogo tra le fedi dell'American Jewish Committee - ha ricordato come, dopo l'attentato del 1994 alla sede dell'Amia (il centro culturale ebraico di Buenos Aires) il cardinale Bergoglio "mostrò immediatamente la propria solidarietà".

"Quanti pensano che Benedetto XVI sia stato l'ultimo papa ad aver vissuto la Shoah e che non ci sarà un altro papa con un legame personale col popolo ebraico, si sbagliano", ha affermato ancora Rosen.(ANSAmed).

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