Nelle 14 stazioni la Croce sara' portata dal cardinale vicario Agostino Vallini, da due famiglie provenienti dall'Italia e dall'India, da un disabile accompagnato da volontari dell'Unitalsi, da due seminaristi cinesi, da due frati francescani della Custodia di Terra Santa, da due suore dell' Africa e da altre due del Libano, da due giovani del Brasile. Le torce accanto alla Croce saranno invece portate da due giovani della Diocesi di Roma e da due giovani libanesi. Ad accompagnare il rito, anche il canto di un coro proveniente dal Libano.
''Qual e' la strada per la vita eterna? Gesu' ha risposto a questa domanda, che brucia nel piu' profondo del nostro essere, percorrendo la via della croce'': hanno inizio con queste parole le meditazioni che saranno lette al Colosseo. Numerosi sono nel testo i rimandi all'Esortazione apostolica post-sinodale di Benedetto XVI ''Ecclesia in Medio Oriente''. La chiamata a seguire il Signore ''e' rivolta a tutti, in particolare ai giovani e a quanti sono provati dalle divisioni, dalle guerre o dall'ingiustizia e che lottano per essere, in mezzo ai loro fratelli, segni di speranza e operatori di pace''.
I messaggi sfiorano ogni categoria di persone. Si sottolinea che sono molti coloro che ''impegnano la loro autorita' al servizio dell'ingiustizia e calpestano la dignita' dell'uomo e il suo diritto alla vita'', concludendo con l'invito perche' i sono detentori del potere ''governino nella giustizia''. Un pensiero alle famiglie si trova nella IV stazione: ''Nelle nostre famiglie proviamo anche noi le sofferenze causate ai figli dai loro genitori e ai genitori dai loro figli''. La preghiera e' che ''in questi tempi difficili'' i nuclei familiari possano essere ''delle oasi d'amore, di pace e di serenita', ad immagine della santa Famiglia di Nazaret''. In un'altra stazione si prega ''per tutti i giovani che sono oppressi dalla disperazione, per i giovani vittime della droga, delle sette e delle perversioni''.
Lo sguardo si mantiene vigile sui tanti rischi presenti nell'odierna societa', compresi il ''laicismo cieco'' o il ''fondamentalismo violento'', che ''prende a pretesto la difesa dei valori religiosi''. Un ''no'' chiaro viene rivolto anche a ''tutti coloro che promuovono l'aborto'' o ai ''difensori dell'eutanasia''. Costante, infine, e' il riferimento alle popolazioni del Medio Oriente, ''terra lacerata dall'ingiustizia e dai conflitti''. Nella penultima stazione la preghiera e' ''per le vittime delle guerre e della violenza che devastano, in questo nostro tempo, vari Paesi del Medio Oriente, come pure altre parti del mondo''. L'auspicio e' che ''gli sfollati e i migranti forzati possano tornare al piu' presto nelle loro case e nelle loro terre''. Intensa l'invocazione: ''Fa', Signore, che il sangue delle vittime innocenti sia il seme di un nuovo Oriente piu' fraterno, piu' pacifico e piu' giusto, e che questo Oriente recuperi lo splendore della sua vocazione di culla di civilta' e di valori spirituali ed umani''. Al termine, poi, sara' il Papa a rivolgere la sua parola ai fedeli. (ANSAmed).