All'Unione, fondata nel 1991, aderiscono un centinaio di universita' delle due sponde del Mediterraneo, con numerosi progetti di scambio e attività di cooperazione, anche nel campo del 'distant learning'. Ma gli ostacoli non mancano, come quelli della difficile mobilità di studenti e docenti universitari, causa i tempi lunghi e le procedure di rilascio dei visti. Un problema che si intreccia con quello delle politiche europee in tema di controllo dell'immigrazione, e che si pone - risponde Rizzi - anche se gli atenei possono fare da filtro per le persone che richiedono il visto. La questione, lamenta il docente che da 25 anni lavora sull'iniziativa Unimed, ''e' che non si capisce cosa vogliano fare i politici'' e quali siano le sedi dove si prendono le decisioni. Certo è che il progetto di un Erasmus per il Mediterraneo, sull'esempio di quello che forma generazioni di studenti europei, ''e' stato rinviato di almeno un anno''.
Fra le iniziative che intanto vanno avanti, un'esperienza positiva è comunque quella della Bei, la Banca europea degli investimenti, dove vi sono opportunità di stage. Mentre Unimed sta lavorando al progetto di un forum permanente sul tema ''Dove va il Mediterraneo?'' (titolo dell'ultimo libro di Rizzi, edito da Castelvecchi) e di una Unimed Football Cup, occasione di una spesso efficace ''diplomazia del calcio''. (ANSAmed).