''Se la produzione cinematografica della sponda sud non ha visibilità al Nord quest'ultimo perde la possibilità di conoscere meglio i nostri Paesi - ha detto il deputato algerino Slimane Sadaoui - ed il sud continua ad essere visto solo come minaccia e terra di emigrazione''. Cui d'altra parte l'Europa risponde, ha aggiunto, con una politica restrittiva sui visti e trattamenti inadeguati per i profughi. L'esecutivo Ue, ha aggiunto, "dovrebbe smettere di frenare le nostre buone intenzioni".
Il dramma siriano portato dal milione e mezzo di profughi in Libano è stato invece raccontato dal libanese Walid El-Khoury, che ha parlato di 200 mila alunni siriani da inserire nelle scuole locali e di uno "stato disastroso" in cui è caduta la già provata sanità pubblica dopo che "abbiamo accolto i nostri fratelli. E non vediamo - ha concluso - luce fuori dal tunnel".
''In Tunisia si è creato un clima di scontro politico acuto dopo la rivoluzione - ha detto Mohsen Kaabi -, che ha portato sì una nuova libertà, ma anche una tendenza a portare la politica nella cultura sotto mentite spoglie". E cosi' una piece teatrale può diventare, ha aggiunto, occasione di insulti e divisioni.
L'irrisolta questione palestinese è stata al centro dell'intervento del parlamentare giordano Khamis Atieh e del suo collega marocchino Abdelmalek Aferiat, che si è anche chiesto se la politica euromediterranea sia orientata verso il nord o sud. Sul tema della mobilità per i giovani si è soffermata l'europarlamentare franco-algerina Malika Benarab-Attou: nella sponda sud del Mediterraneo ci sono tanti giovani che vogliono vedere il mondo, ha detto, ma che non sono migranti e non si vogliono fermare. Per questo - ha sottolineato - è necessario facilitare il rilascio dei visti, evitando che anche questi giovani si trasformino in immigrati clandestini. (ANSAmed).