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Mediterraneo: cultura, il difficile dialogo tra nord e sud

Dal cinema che non si vede ai giovani che non possono viaggiare

15 novembre, 18:47

(ANSAmed) - ROMA, 15 NOV - Il nodo irrisolto della questione israelo-polestinese, che ostacola puntualmente tanti incontri euro-mediterranei. Ma anche le difficoltà di far conoscere il cinema della sponda sud sui mercati nel nord, o quella di fare teatro e cultura nella iper-politicizzata scena tunisina del dopo rivoluzione. Sono i problemi che alcuni parlamentari della sponda sud del Mediterraneo hanno portato sul tavolo della Commissione cultura dell'Assemblea parlamentare dell'Upm, presieduta a Roma dal deputato italiano Khalid Chaouki.

''Se la produzione cinematografica della sponda sud non ha visibilità al Nord quest'ultimo perde la possibilità di conoscere meglio i nostri Paesi - ha detto il deputato algerino Slimane Sadaoui - ed il sud continua ad essere visto solo come minaccia e terra di emigrazione''. Cui d'altra parte l'Europa risponde, ha aggiunto, con una politica restrittiva sui visti e trattamenti inadeguati per i profughi. L'esecutivo Ue, ha aggiunto, "dovrebbe smettere di frenare le nostre buone intenzioni".

Il dramma siriano portato dal milione e mezzo di profughi in Libano è stato invece raccontato dal libanese Walid El-Khoury, che ha parlato di 200 mila alunni siriani da inserire nelle scuole locali e di uno "stato disastroso" in cui è caduta la già provata sanità pubblica dopo che "abbiamo accolto i nostri fratelli. E non vediamo - ha concluso - luce fuori dal tunnel".

''In Tunisia si è creato un clima di scontro politico acuto dopo la rivoluzione - ha detto Mohsen Kaabi -, che ha portato sì una nuova libertà, ma anche una tendenza a portare la politica nella cultura sotto mentite spoglie". E cosi' una piece teatrale può diventare, ha aggiunto, occasione di insulti e divisioni.

L'irrisolta questione palestinese è stata al centro dell'intervento del parlamentare giordano Khamis Atieh e del suo collega marocchino Abdelmalek Aferiat, che si è anche chiesto se la politica euromediterranea sia orientata verso il nord o sud. Sul tema della mobilità per i giovani si è soffermata l'europarlamentare franco-algerina Malika Benarab-Attou: nella sponda sud del Mediterraneo ci sono tanti giovani che vogliono vedere il mondo, ha detto, ma che non sono migranti e non si vogliono fermare. Per questo - ha sottolineato - è necessario facilitare il rilascio dei visti, evitando che anche questi giovani si trasformino in immigrati clandestini. (ANSAmed).

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