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Siria: l'opposizione non parteciperà a Ginevra 2

Ma Usa-Gb avvertono, stop sostegno se non vanno a conferenza

14 gennaio, 21:16

(dell'inviato Fabio Govoni) (ANSAmed) - KUWAIT CITY, 14 GEN - La guerra in Siria infuria, mentre la diplomazia è appesa a un filo: l'opposizione siriana in patria ha annunciato, a una sola settimana dal suo inizio, che non parteciperà all'attesa conferenza di Ginevra 2, come aveva già fatto quella in esilio, rischiando così di rendere vana la lunga, travagliata e faticosa tessitura elaborata in questi mesi dalle diplomazie mondiali, e in particolare da Russia e Stati Uniti.

Che rischia ora di disfarsi in uno strappo solo, ponendo anche l'opposizione, che in questo momento si trova a combattere sul doppio fronte del regime di Bashar el-Assad e delle milizie qaediste dell'Isis, dinnanzi alla prospettiva dell'isolamento internazionale: infatti secondo la stessa Coalizione nazionale siriana, che raggruppa le fazioni più laiche e moderate della resistenza, scelta dall'Occidente come interlocutore nella conferenza di pace svizzera, Stati Uniti e Gran Bretagna hanno minacciato di togliere il loro supporto in caso di forfeit.

L'annuncio del boicottaggio è stato fatto oggi dal Comitato di coordinamento nazionale, la piattaforma dei dissidenti delle formazioni laiche e di sinistra, basata a Damasco. Nei giorni scorsi anche il Consiglio nazionale siriano, basato in Turchia e principale membro della coalizione delle opposizioni in esilio, aveva comunicato il proprio 'no' alla conferenza svizzera.

La notizia non è stata ancora commentata dalle cancellerie delle potenze promotrici di Ginevra 2, come non è stata affatto confermata la minaccia di far mancare l'appoggio di Washington e Londra. "Gli Stati Uniti e il Regno Unito ci dicono: dovete andare a Ginevra. Ci dicono molto chiaramente che non continueranno a sostenerci come hanno fatto finora e che perderemo la nostra credibilità presso la comunità internazionale se non ci andremo", ha dichiarato oggi da Londra un dirigente della Coalizione, l'opposizione in esilio, citato dai media britannici. Invece, secondo la stessa fonte, il livello di pressione esercitata da altri alleati, in primis da Parigi, è più leggera: "La Francia ci chiede di partecipare, ma che sarà con noi qualunque sia la decisione. La stessa posizione di Turchia e Arabia Saudita", ha detto la stessa fonte.

Washington, per ora, s'è affrettata a smentire e la portavoce del Dipartimento di Stato Jennifer Psaki, che accompagnava il segretario di stato nella sua visita odierna in Vaticano, ha detto che John Kerry "non ha mai indicato che gli Usa intendano ritirare il loro sostegno" alla resistenza.

Comunque sia gli Occidentali e i Paesi arabi, che sostengono a maggioranza l'opposizione, rischiano di trovarsi a Montreux (dove il 22 si tiene Ginevra 2) solo con la controparte del regime siriano e i suoi sponsor maggiori, Mosca e Teheran, con quest'ultima che ha chiesto di partecipare, caldeggiata dal ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e dall'inviato speciale di Onu e Lega Araba, Lakhdar Brahimi, ieri nel loro incontro parigino con Kerry. Il quale ha detto che l'Iran è "benvenuto" in terra svizzera, purché accetti la transizione politica in Siria proposta già dalla prima conferenza ginevrina.

Un punto, quest'ultimo, che appare difficilmente conciliabile con l'intransigenza di Damasco e la scarsa flessibilità dei suoi alleati, con i quali ieri il capo della diplomazia Usa è riuscito a portare a casa solo un pre-accordo per dei cessate- il-fuoco locali, per un eventuale scambio di prigionieri e l'apertura di corridoi umanitari.

Caduto il presupposto principale di un appuntamento come quello di Montreux sul quale già aleggiava un velato pessimismo generale, ora la stessa conferenza, salvo sorprese, rischia di fallire prima di essere iniziata, o addirittura di non iniziare affatto, lasciando i siriani al loro sanguinoso destino.

(ANSAmed).

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