"Non stiamo gridando al lupo. Se non riceviamo i fondi per questo programma alla conferenza in Kuwait, dovremmo chiudere nel giro di pochi giorni il nostro programma di assistenza", ha dichiarato Gunness. "Si tratta di una questione di vita o di morte". "La Comunità internazionale - ha aggiunto - dovrebbe essere giudicata per il suo fallimento non solo in questa crisi umanitaria, ma anche per Gaza e i territori occupati da Israele". Più del 95% dei rifugiati palestinesi siriani fanno affidamento all'assistenza dell'UNRWA, che si occupa di circa 475.000 palestinesi ancora residenti in Siria, altri 45.000 Libano e 15.000 in Giordania. In particolare, Gunness si è soffermato sulla situazione dei 18 mila palestinesi rimasti intrappolati nel campo profughi di Yarmouk, alla periferia di Damasco. In tutto il 2014, i volontari dell'UNWRA sono riusciti ad entrare nel campo solo per 131 giorni e a fornire un quarto del cibo minimo previsto dagli standrad nutrizionali. Cinque membri dello staff delle Nazioni Unite sono stati uccisi nei combattimenti e altri 14 rapiti. "Di loro - ha detto il portavoce - non si hanno più notizie". "I palestinesi sono il segmento più vulnerabile: non hanno mezzi per fuggire e sono accoltì ovunque con ostilità e considerati un possibile nemico", ha spiegato Gunness. Molti cercano di dirigersi verso la Turchia e finiscono nelle mani dei miliziani dell'Isis.
Il rappresentante dell'Unwra ha sottolineato come qualsiasi intervento umanitario finisca per fallire, in mancanza di una soluzione politica e negoziata della crisi siriana e delle altre guerre, Yemen, Iraq, Libia, che stanno infiammano il Medio Oriente e il nord del Mediterrane. (ANSAmed).