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Kuwait guarda a Italia , già socio in Fondo strategico

Amb. Nicoletti,riforme politiche incentivano interscambio

02 aprile, 18:24

(di Elisa Pinna).

(ANSAmed) - Kuwait, 2 apr - Un miliardo di euro di interscambio annuale , rapporti politici stretti, impegno comune contro il terrorismo dell'Isis anche grazie allo schieramento di aerei militari italiani in territorio kuwaitiano e, soprattutto, da quest'anno, l'avvio di investimenti in Italia del Kia (la Kuwait Investments Authority) entrato con 500 milioni di euro nel Fondo Strategico italiano (FSI). E' il quadro delle relazioni bilaterali tra Italia e Kuwait tracciato da Fabrizio Nicoletti, ambasciatore italiano nell'Emirato del Golfo, in un incontro con giornalisti italiani. L'ingresso da "socio" del Kia ( il fondo sovrano che custodisce, nelle sue casse, capitali per 400 miliardi di euro) nel FSI, l'istituzione italiana che convoglia gli investimenti stranieri, rappresenta una novità assoluta nei rapporti di partnership tra due nazioni, tanto che - ha spiegato il diplomatico - l'accordo sta diventando un esempio per molti altri Paesi. "Ora - ha osservato Nicoletti - tocca a noi mettere a posto le cose a casa nostra: ovvero rimuovere tutti quegli ostacoli burocratici, legislativi, legali" che hanno spaventato, negli ultimi decenni, imprese o paesi stranieri , intenzionati a spostare capitali in Italia. "Il Kuwait, come le altre nazioni del Golfo, ci adora.

Per loro siamo un faro di civiltà, di arte, di vita. Le autorità kuwaitiane ci tengono sotto osservazione e il fatto che abbiano deciso di diventare nostri soci nel Fondo strategico italiano rappresenta un indubbio successo e premia le riforme avviate dal governo Renzi". La speranza è che nel futuro gli investimenti crescano . A differenza di altri Regni del Golfo, che sono per lo più "imprese familiari" con meccanismi decisionali molto rapidi, il Kuwait ha una storia diversa: la famiglia Al Sabah, a cui appartiene l'attuale emiro al potere, è stata scelta riconfermata nel suo ruolo di comando nel 1991 (quando il paese era occupato dall'Iraq e il governo in esilio a Gedda) a patto di essere affiancata da istituzioni democratiche. Ciò - ha osservato il diplomatico - rende il Kuwait "l'unica democrazia del Golfo, con un Parlamento elettivo che ha potere di veto".

Anche la stampa gode di una certa libertà, con l'esclusione di alcuni argomenti tabù: Allah, il profeta e l'emiro. Sul piano economico, la complessa organizzazione statale e non familistica del Kuwait, impone controlli e tempi più lunghi sia per gli investimenti stranieri nel Paese sia per gli investimenti del Kuwait all'estero. Non esiste "il mordi e fuggi". Il Kuwait si muove con cautela all'estero e le nuove aziende italiane in Kuwait devono "marcare" il territorio per due/tre anni, prima di poter diventare operative. Gli investimenti in Kuwait però alla fine "pagano". I kuwaitiani sono tra l'altro il maggior mercato nel Golfo per automobili e yacht di lusso italiani. (ANSAmed)
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