(di Lorenzo Trombetta)
(ANSAmed) - BEIRUT, 10 NOV - Si infittisce il mistero sulla
sorte politica del premier libanese Saad Hariri, da sei giorni
fermo nella capitale saudita da dove, sabato scorso, ha
annunciato a sorpresa le dimissioni dal governo di unità
nazionale di cui fanno parte anche gli Hezbollah, principale
alleato dell'Iran nella regione. E mentre l'Arabia Saudita e il
Kuwait hanno esortato i propri cittadini a lasciare il Libano,
unendosi così all'invito lanciato 5 giorni fa dal Bahrein, il
presidente francese Emmanuel Macron, impegnato in visita negli
Emirati Arabi Uniti, ha fatto sapere che si recherà oggi "per
alcune ore" a Riad per incontrare il principe ereditario saudita
Muhammad ben Salman. Proprio quest'ultimo, che si prepara a
vestire i panni reali al posto dell'anziano sovrano Salman, è
considerato da più parti l'artefice del giro di vite
"anti-corruzione" senza precedenti in corso nel regno e fautore
del recente inasprimento dei toni sauditi contro l'Iran e i suoi
alleati nella regione.
E' in un contesto sempre più teso politicamente che il
governo israeliano, che ha una convergenza di interessi con
l'Arabia Saudita avendo in comune il nemico iraniano, ha
annunciato di voler lanciare un'offensiva diplomatica contro
l'Iran e gli Hezbollah in Libano alle Nazioni Unite. Diversi
media libanesi hanno riferito le preoccupazioni degli ambienti
politici e finanziari di Beirut sulla sorte del dimissionario
Hariri: secondo alcune fonti è "trattenuto" nella capitale
saudita, secondo altre è addirittura "prigioniero",
"ostaggio". Fonti ben informate a Riad e interpellate dall'ANSA
escludono che sia "sotto arresto" ma confermano che "Hariri è
temporaneamente costretto a rimanere nella capitale saudita". I
media sauditi, d'altro canto, da lunedì a ieri hanno mostrato
foto e video di Hariri a colloquio, rispettivamente, con il re
Salman a Riad, con l'emiro degli Emirati Arabi Uniti ad Abu
Dhabi e con diversi ambasciatori occidentali e arabi sempre
nella capitale saudita. Proprio l'incontro tra Hariri e
l'ambasciatore francese a Riad avrebbe avuto, secondo fonti
libanesi, un'importanza significativa perché "Beirut ha chiesto
la mediazione della Francia - ex potenza coloniale e
tradizionalmente vicina a settori politici libanesi - per
risolvere la crisi".
Dal punto di vista formale, il presidente libanese Michel
Aoun ha intanto annunciato che non accetterà le dimissioni di
Hariri finché non lo incontrerà di persona. E il partito
politico dell'ex premier, il movimento Mustaqbal, ha chiesto il
suo rientro in Libano dall'Arabia Saudita: è "necessario" che
Hariri rientri "per restaurare la dignità ed il rispetto" del
Paese.(ANSAmed).