(ANSAmed) - ROMA, 28 MAG - ''Se l'economia non va si
sviluppano gli estremismi, proprio cio' che accade in Tunisia
con i salafiti. Fino a pochi mesi fa non esistevano, ora
lavorano sul terreno della mancanza di posti di lavoro''. A
parlare e' Chekib Nouira, presidente dello Iace, un think tank
di imprenditori arabi, alla Conferenza internazionale sull'Osce
e la Cooperazione regionale nel Mediterraneo in corso al
ministero degli Esteri a Roma, in collaborazione con gli
istituti di analisi geopolitica Ipalmo e Iai.
Ma i salafiti, aggiunge, agiscono ''perche' li hanno lasciati
fare'', anche quando violavano apertamente la legge. Anche se,
riconosce Nouira, nel nuovo governo tunisino finalmente ''hanno
cominciato a dire basta''.
Ma il rafforzamento del ruolo di questi gruppi che sostengono
le interpretazioni piu' estremiste dell'Islam, protagonisti da
mesi di illegalita' e violenze, si spiega anche con i
finanziamenti che giungono agli islamisti dall'Arabia Saudita e
dal Qatar. Che sostengono in primo luogo gli islamisti al
governo del partito Ennahda, precisa, ma anche, in particolare
Riad, proprio i salafiti, perche' per i sauditi ''la democrazia
e' la peggiore delle cose''.
Parla con concretezza e poca diplomazia, la voce
dell'imprenditoria tunisina, per segnalare il problema economico
come quello primario nei Paesi arabi delle rivolte e delle
rivoluzioni: è da questo, sottolinea, ''che dipende la riuscita
del processo democratico''. E se e' vero che la crescita in
Tunisia e' stata dell'1% nel primo semestre del 2012, quella
precedente, sottolinea, ''era del 5%''.
L'Europa dovrebbe prendere ad esempio ''gli investimenti
complementari'' della Germania nei propri territori e in altri
Paesi usciti dal crollo dell'Unione sovietica. Cioe' ''spostare
fasi intermedie della produzione'' per sostenere lo sviluppo
locale e contenere i flussi migratori. Un modello, sottolinea,
che ''i tedeschi hanno gia' cominciato a riprodurre anche in
Tunisia e in Marocco''.
Ma Nouira ci tiene a far osservare altri due concetti: il
primo e' che fra le cause delle rivolte arabe vi era ''anche la
corruzione, di cui tutti - ha detto rivolgendosi alla platea -
abbiamo delle responsabilita'''.(ANSAmed).