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Grecia/analisi: Spiraglio da Atene per l'incerto futuro UE

Ora Europa deve lavorare per crescita. paura per sviluppi Egitto

18 giugno, 09:34

(di Stefano Polli).

(ANSAmed) - ROMA, 18 GIU - L'Europa sembra poter tirare un timido sospiro di sollievo sul futuro dell'Euro e della stessa Unione europea. Ad Atene ci sono i numeri per formare un governo pro-Euro con Nea Demokratia e Pasok, che dovrebbero coalizzarsi per evitare il baratro dell'uscita della Grecia dalla moneta unica. Anche se la doccia gelata arrivata in serata dalle parole del leader socialista Evangelos Venizelos, che vorrebbe anche la recalcitrante sinistra radicale di Syriza nel governo di unità, non fa purtroppo escludere sorprese. Il futuro dell'Europa rimane ancora incerto e permangono ancora molti dubbi sulle capacità dei leader europei di gestire la delicatissima situazione della moneta unica, ma i risultati delle urne greche danno a tutti un po' di fiato e di tempo in più, almeno fino al vertice Ue di fine giugno. Adesso c'é da lavorare ventre a terra per uscire da quel Consiglio Europeo con risultati netti e chiari, con l'indicazione di una strada da seguire per raggiungere l'obiettivo di un'Europa più unita politicamente, con una vera governance economica, fiscale e bancaria, con le strutture e le istituzioni necessarie per puntellare il traballante Euro di questi mesi. Questo si aspettano i mercati internazionali, questo chiede Barack Obama preoccupato dalla possibilità che il contagio attraversi l'Atlantico e getti un'ombra sulle elezioni del 6 novembre, quando si giocherà la possibilità di un secondo mandato alla Casa Bianca. Domani e martedì nel vertice del G20 messicano gli Usa rafforzeranno il loro pressing sull'Europa e, in particolare, naturalmente sulla signora Angela Merkel, leader di una Germania sempre più sul banco degli imputati. Non c'é tempo da perdere, la strada del rigore, seppur necessario, va rafforzata da misure forti sulla crescita e sullo sviluppo. L'Europa ha pochissimi giorni per mostrare di avere la volontà politica e le idee per percorrere questa strada. Sono i pochi giorni che le hanno concesso gli elettori greci, che hanno mostrato di avere il coraggio di prendersi le loro responsabilità. Se avessero votato, dando retta alla rabbia e alla frustrazione che percorrono le strade di Atene e di tutta la Grecia, probabilmente già domani l'Europa sarebbe stata travolta dalla speculazione internazionale. La responsabilità devono adesso dimostrarla i leader europei. Sono di fronte a un bivio. Da un lato la costruzione di una vera e forte Europa politica con la cessione di abbondanti porzioni di sovranità nazionale a Bruxelles e il recupero almeno di una parte di quei valori e principi che sono alla base della costruzione comunitaria. Dall'altra l'immobilismo e la resa, la vittoria degli interessi e degli egoismi nazionali, la mancanza di solidarietà, la fine del sogno dei Padri fondatori, la condanna a non essere protagonista delle grandi sfide globali di inizio millennio e, molto probabilmente, una crisi economica ancora più dura dell'attuale. La risposta dovrà arrivare in tempi brevissimi. Lo spiraglio di luce che arriva da Atene non durerà a lungo. Se l'Europa fosse meno distratta e avesse un occhio più aperto al mondo, dovrebbe invece preoccuparsi molto anche di quello che sta succedendo al Cairo, con la presidenza egiziana che andrà molto probabilmente a Mohamed Morsi, esponente dei Fratelli musulmani e, soprattutto, con la contrapposizione fortissima tra questi ultimi e la giunta militare di Hussein Tantawi. Il Paese, storicamente punto di riferimento della sponda sud del Mediterraneo, vive tensioni terribili che nessuno può prevedere dove sfoceranno. Forse l'Europa dovrebbe domandarsi cosa fare e come gestire questa situazione. E forse anche chiedersi chi, in questo momento, rappresenta i ragazzi di Piazza Tahrir, tanto appoggiati dall'Europa, ma presto dimenticati. Probabilmente sono domande troppo difficili per l'Europa fragile e debole di questi anni.(ANSAmed).

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