"Scratching on Things I Could Disawov" prende l'avvio da una serie di fenomeni artistici, politici ed economici emersi nel mondo arabo negli anni più recenti: dal crescente interesse che il mondo occidentale mostra nei confronti della sua produzione artistica e culturale e le relazioni che hanno condotto musei occidentali come il Louvre e il Guggenheim a progettare sedi di imminente apertura ad Abu Dhabi. La sezione indaga quindi i modi in cui questi processi stanno cambiando la percezione e la consistenza stessa della cultura araba contemporanea. Nel lavoro di Raad le istituzioni culturali e il sistema dell'arte non sono rappresentati come luoghi "neutri" ed estranei alla cronaca e alla storia ma come strutture che rivelano, o al contrario celano, i flussi economici, i movimenti culturali e gli interessi politici che le circondano e le influenzano. Raad mostre le opere d'arte come oggetti in costante mutazione e che attraversano il tempo e lo spazio, le differenti tradizioni culturali, le modalità espositive e interpretative: così facendo, i loro significati, così come le loro forme, i loro colori, la loro stessa consistenza, si trasformano continuamente. La sezione dedicata al progetto The Atlas Group, mostra come Raad ha esplorato gli effetti politici, sociali, culturali, psicologici ed estetici delle drammatiche guerre civili che negli ultimi decenni hanno afflitto il Libano, suo paese di origine. The Atlas Group si presenta nelle sembianze di un archivio che riunisce documenti storici di diversa natura (fotografici, testuali e audio-visuali) attribuiti a personaggi realmente esistiti, di cui l'artista rintraccia identità, funzioni, relazioni. In realtà questi documenti sono il frutto di una colossale ricostruzione fictional, sono un ibrido fra ricerca d'archivio e narrazione in cui nulla è vero, secondo una strategia che fa emergere una condizione paradossale: quella di una realtà che, in una situazione di guerra, pericolo, minaccia e distruzione è esposta al rischio di smarrirsi, di perdere le nozioni stesse di identità, memoria, valore, e quindi "verità". (ANSAmed).
Preface,l'arte in trasformazione di Walid Raad a Napoli
Museo Madre dedica personale a eclettico artista libanese
"Scratching on Things I Could Disawov" prende l'avvio da una serie di fenomeni artistici, politici ed economici emersi nel mondo arabo negli anni più recenti: dal crescente interesse che il mondo occidentale mostra nei confronti della sua produzione artistica e culturale e le relazioni che hanno condotto musei occidentali come il Louvre e il Guggenheim a progettare sedi di imminente apertura ad Abu Dhabi. La sezione indaga quindi i modi in cui questi processi stanno cambiando la percezione e la consistenza stessa della cultura araba contemporanea. Nel lavoro di Raad le istituzioni culturali e il sistema dell'arte non sono rappresentati come luoghi "neutri" ed estranei alla cronaca e alla storia ma come strutture che rivelano, o al contrario celano, i flussi economici, i movimenti culturali e gli interessi politici che le circondano e le influenzano. Raad mostre le opere d'arte come oggetti in costante mutazione e che attraversano il tempo e lo spazio, le differenti tradizioni culturali, le modalità espositive e interpretative: così facendo, i loro significati, così come le loro forme, i loro colori, la loro stessa consistenza, si trasformano continuamente. La sezione dedicata al progetto The Atlas Group, mostra come Raad ha esplorato gli effetti politici, sociali, culturali, psicologici ed estetici delle drammatiche guerre civili che negli ultimi decenni hanno afflitto il Libano, suo paese di origine. The Atlas Group si presenta nelle sembianze di un archivio che riunisce documenti storici di diversa natura (fotografici, testuali e audio-visuali) attribuiti a personaggi realmente esistiti, di cui l'artista rintraccia identità, funzioni, relazioni. In realtà questi documenti sono il frutto di una colossale ricostruzione fictional, sono un ibrido fra ricerca d'archivio e narrazione in cui nulla è vero, secondo una strategia che fa emergere una condizione paradossale: quella di una realtà che, in una situazione di guerra, pericolo, minaccia e distruzione è esposta al rischio di smarrirsi, di perdere le nozioni stesse di identità, memoria, valore, e quindi "verità". (ANSAmed).