(ANSAmed) - BEIRUT, 30 APR - Decine di donne siriane, fuggite
dalla guerra nel loro Paese e ridotte in schiavitù in Libano ad
opera di una banda di sfruttatori che le costringevano a
prostituirsi, sono state salvate dalla polizia di Beirut.
Le vittime, secondo quanto riferisce la stampa locale, erano
rinchiuse in un bordello a Junieh, località costiera a nord
della capitale. Secondo diverse testimonianze, erano tenute
sequestrate ed erano sottoposte anche a torture se rifiutavano
di prostituirsi. Tutto il denaro pagato dai clienti veniva preso
dagli sfruttatori.
Almeno 75 sono le donne che sono finite in questo inferno,
dopo che erano state fatte arrivare in Libano con la promessa
che avrebbero trovato lavoro, spesso come cameriere. Ventitré
persone sono state incriminate con l'accusa di aver fatto parte
della banda di criminali o comunque di aver collaborato al
sequestro e allo sfruttamento delle donne. Tra questi anche un
medico accusato di aver praticato aborti sulle vittime che
rimanevano incinte in seguito a rapporti sessuali non protetti.
L'aborto in Libano è illegale. (ANSAmed).