"Soprattutto in questo momento i Parlamenti devono parlarsi sempre di più", ha detto Boldrini, sottolineando che tale dialogo trova una delle sue sedi principali nell'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo, un organismo con parlamentari di 43 Paesi europei, dei Balcani, del Medio Oriente e dell'Africa del Nord, di cui l'Italia ha da poco assunto la presidenza annuale. Ma tra gli argomenti principali dei colloqui avuti da Boldrini con Berri, con il primo ministro Tammam Salam e con il ministro degli Esteri Gebran Bassil, vi è stato il dramma dei profughi. Il Libano ospita circa 1,5 milioni di rifugiati siriani oltre a quasi mezzo milione di palestinesi rispetto a una popolazione locale di 4 milioni, ha ricordato la presidente della Camera, che ha fatto coincidere la sua visita a Beirut con la giornata internazionale del rifugiato. Ma quello delle migrazioni di massa, ha sottolineato Berri, "rappresenta una minaccia anche per l'Italia, a causa del pericolo terrorismo". Come aveva fatto ieri visitando un insediamento di profughi siriani nella Valle della Bekaa, Boldrini ha richiamato la necessità di andare alla radice del problema, intensificando gli sforzi per trovare una soluzione politica al conflitto siriano.
"Nessuno - ha detto la presidente della Camera - può chiedere al Libano di integrare stabilmente i rifugiati presenti perché bisogna salvaguardare gli equilibri del Paese, preziosi anche per la stabilità regionale". Berri ha infine espresso un ringraziamento all'Italia per il ruolo svolto nell'Unifil, la forza dell'Onu al confine con Israele, il cui comando sarà ceduto alla fine di luglio dal generale italiano Luciano Portolano. Domani Boldrini si recherà in visita a Shamaa alla base dei 'caschi blu' italiani, uno dei tre contingenti più numerosi nella forza internazionale.
(ANSAmed).