Lo riferiscono all'ANSA testimoni oculari, a conferma di quanto documentato oggi dal quotidiano libanese an Nahar. Le fonti affermano che i primi attacchi al campo di Minyara sono avvenuti nella notte tra il 5 e il 6 luglio scorsi. Il giornale Nahar riferisce che lo sgombero forzato si è concluso ieri ma non è chiaro se le famiglie sfollate, composte da donne e minori, abbiano potuto ricevere aiuto umanitario e istruzioni su dove recarsi.
Il Libano non è firmatario della Convenzione di Ginevra del 1951 e il governo di Beirut non è quindi tenuto a riconoscere ai siriani in fuga dalla guerra i loro diritti di rifugiati. Attualmente in Libano sono registrati dall'Onu circa un milione di profughi siriani, ma le autorità libanesi parlano di oltre un milione e mezzo di "ospiti", concentrati per lo più nel nord e nella valle orientale della Bekaa.
Già nei giorni scorsi si erano registrati episodi di attacchi da parte delle forze governative contro campi di siriani e rastrellamenti in aree densamente popolate da profughi siriani. Fonti locali a nord di Tripoli avevano documentato l'arresto di oltre cento siriani, maschi adulti, dopo che il governo di Beirut aveva dato ordine alle forze di sicurezza di "far fronte alle minacce di terrorismo" in seguito agli attacchi suicidi compiuti a fine giugno nella cittadina frontaliera di Qaa, nei quali cinque persone erano state uccise da presunti kamikaze siriani. (ANSAmed).