Alla missione Unifil, schierata nell'area dal 1978, partecipano circa mille soldati italiani responsabili del settore occidentale dell'area di operazioni del contingente composto in tutto da oltre diecimila uomini provenienti da 40 Paesi diversi. Come riferisce una nota dell'Unifil, nel suo discorso di commiato il generale Portolano ha espresso "soddisfazione e gratitudine per la sensazione provata di grande vicinanza e rispetto delle autorità e del popolo libanese". Dal canto suo, Alfano ha sottolineato come "la politica estera del governo italiano èsempre stata quella di sostenere il ruolo delle Nazioni Unite, per una sempre più incisiva presenza di questa organizzazione a garanzia della sicurezza mondiale, accentandone e favorendone le azioni". Alla cerimonia hanno presenziato le massime autorità politiche e militari libanesi, oltre all'ambasciatore italiano in Libano Massimo Marotti e il comandante del comando operativo interforze, l'ammiraglio Cavo Dragone. Alfano ha inoltre ricordato quanto l'Unifil abbia negli anni " continuato ad assolvere efficacemente alla sua importante funzione di stabilizzazione, prevenendo l'aggravarsi della tensione nella regione, e assicurando lo sviluppo del dialogo tra le parti nel formato a tre", in riferimento agli incontri tripartiti che periodicamente si svolgono tra ufficiali libanesi, loro colleghi israeliani e vertici di Unifil. Alfano ha poi detto che grazie al contingente Onu l'area di operazioni di Unifil "è probabilmente l'area più sicura" del Libano. Un giudizio condiviso con Portolano che, nel ringraziare tutte le parti con cui ha lavorato dal luglio 2014, ha affermato che "la situazione lungo la Linea Blu è rimasta solida nonostante la condizione turbolenta di molte delle aree circostanti". Nel decimo anniversario della guerra tra Israele e Hezbollah e della conseguente risoluzione Onu n.1701, Portolano ha quindi evidenziato "la straordinaria capacità di cooperazione e di intervento raggiunto dalle Forze armate libanesi e da tutto l'apparato di sicurezza". (ANSAMed).
Libano:Portolano,grazie a Unifil situazione nel sud solida
Generale italiano ha lasciato comando all'irlandese Beary
Alla missione Unifil, schierata nell'area dal 1978, partecipano circa mille soldati italiani responsabili del settore occidentale dell'area di operazioni del contingente composto in tutto da oltre diecimila uomini provenienti da 40 Paesi diversi. Come riferisce una nota dell'Unifil, nel suo discorso di commiato il generale Portolano ha espresso "soddisfazione e gratitudine per la sensazione provata di grande vicinanza e rispetto delle autorità e del popolo libanese". Dal canto suo, Alfano ha sottolineato come "la politica estera del governo italiano èsempre stata quella di sostenere il ruolo delle Nazioni Unite, per una sempre più incisiva presenza di questa organizzazione a garanzia della sicurezza mondiale, accentandone e favorendone le azioni". Alla cerimonia hanno presenziato le massime autorità politiche e militari libanesi, oltre all'ambasciatore italiano in Libano Massimo Marotti e il comandante del comando operativo interforze, l'ammiraglio Cavo Dragone. Alfano ha inoltre ricordato quanto l'Unifil abbia negli anni " continuato ad assolvere efficacemente alla sua importante funzione di stabilizzazione, prevenendo l'aggravarsi della tensione nella regione, e assicurando lo sviluppo del dialogo tra le parti nel formato a tre", in riferimento agli incontri tripartiti che periodicamente si svolgono tra ufficiali libanesi, loro colleghi israeliani e vertici di Unifil. Alfano ha poi detto che grazie al contingente Onu l'area di operazioni di Unifil "è probabilmente l'area più sicura" del Libano. Un giudizio condiviso con Portolano che, nel ringraziare tutte le parti con cui ha lavorato dal luglio 2014, ha affermato che "la situazione lungo la Linea Blu è rimasta solida nonostante la condizione turbolenta di molte delle aree circostanti". Nel decimo anniversario della guerra tra Israele e Hezbollah e della conseguente risoluzione Onu n.1701, Portolano ha quindi evidenziato "la straordinaria capacità di cooperazione e di intervento raggiunto dalle Forze armate libanesi e da tutto l'apparato di sicurezza". (ANSAMed).