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A Roma conferenza su e-learning a favore dei migranti

Ministero e Uninettuno, sviluppo tecnologie serve a integrazione

14 ottobre, 09:30

(ANSAmed) - ROMA, 14 OTT - Nuovi modelli universitari fondati sulle tecnologie digitali che, con le loro proposte formative, diano una possibilità concreta di integrazione a migranti e rifugiati nei paesi ospitanti. Di questo si parlerà nella conferenza "The Online, Open and Flexible Higher Education - Enhancing European Higher Education: Opportunities and impact of new modes of teaching", organizzata a Roma dal 19 al 21 ottobre.

A promuoverla, all'Antonianum, l'Eadtu (Associazione Europea delle Università a Distanza) e l'Università Telematica Internazionale Uninettuno.

Ad aprire i lavori saranno il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Stefania Giannini e il rettore dell'ateneo telematico, leader nel settore dell'e-learning con un portale didattico in 5 lingue, Maria Amata Garito. Alla conferenza parteciperanno più di 550 tra rappresentanti istituzionali, delegati, rettori, docenti e ricercatori da diversi Paesi del mondo: Stati Uniti, Canada, Argentina, Sud Africa, India, Libano, Emirati Arabi, Marocco, Russia, Giappone ed Europa.

Vi saranno presentati i risultati di alcune ricerche nel settore delle tecnologie digitali applicate alla formazione portate avanti, mentre proposte e resoconti confluiranno nella Dichiarazione di Roma, a chiusura dei lavori il 21 ottobre.

La conferenza sarà poi l'occasione per presentare il portale creato dalla Uninettuno - che quest'anno celebra i suoi primi dieci anni di attività - "Università per i rifugiati. Istruzione senza confini", nonché le 50 borse di studio per studenti con status di titolari di protezione internazionale, grazie alle quale diversi rifugiati siriani in Libano e in Germania sono adesso studenti universitari.

"Solo collaborando in maniera costruttiva con le università dei diversi Paesi del mondo, in particolar modo con i Paesi del mondo arabo e dell'Africa subsahariana - afferma Maria Amata Garito - e mettendo a confronto le nostre storie e culture, possiamo costruire un futuro di pace. Dare l'opportunità a immigrati e rifugiati di acquisire un titolo di studio significa restituire loro dignità e dar loro il coraggio per andare avanti, con fiducia nell'umanità e con la speranza di costruirsi un futuro migliore". (ANSAmed).

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