(di Lorenzo Trombetta)
(ANSAmed) - BEIRUT, 31 OTT - Da giorni il Libano è decorato a
festa, con tricolori nazionali e immagini del generale Michel
Aoun candidato alla presidenza della Repubblica, in attesa che
oggi il Parlamento confermi quanto già è stato deciso dalle
cancellerie regionali e internazionali: si prevede che Aoun sarà
il 17/mo capo di Stato dopo ben 29 mesi di vuoto istituzionale e
di braccio di ferro tra Iran e Arabia Saudita, sullo sfondo
delle guerre in Iraq, Siria e Yemen.
L'ennesima seduta parlamentare è convocata questa mattina, ma
con molta probabilità ci vorranno almeno due round di votazione
tra i 128 deputati totali perché l'80enne Aoun, cristiano
maronita, possa essere eletto con la maggioranza semplice. Per
la prima votazione servirà una maggiorana qualificata di due
terzi.
Negli ultimi giorni la candidatura di Aoun, stretto alleato
del movimento sciita filo-iraniano Hezbollah, ha raccolto il
sostegno di quasi tutti gli attori politico-confessionali
rappresentati nell'assemblea di Place de l'Etoile.
La svolta c'era stata quando Saad Hariri, ex premier e leader
sunnita legato all'Arabia Saudita, aveva annunciato il suo
appoggio alla candidatura di Aoun. Prima dell'annuncio, Hariri
si era consultato sia con Riad che con Parigi, i due suoi
protettori internazionali.
A meno di incredibili colpi di scena, si chiuderà almeno in
parte una delle stagioni più travagliate per le istituzioni
libanesi. La poltrona della presidenza della Repubblica, che per
convenzione spetta a un cristiano maronita, è vuota dal 2014, da
quando un altro generale, Michel Suleiman, aveva concluso il suo
mandato.
Se Aoun sarà eletto oggi, un altro generale tornerà a
occupare il palazzo di Baabda, sulle colline a est di Beirut.
Aoun si era già appropriato dello scranno sul finire della
guerra civile (1975-90), ma la sua nomina era stata contestata
dai suoi rivali in politica e in armi.
Da allora il generale non ha mai nascosto l'estremo desiderio
di chiudere la carriera politica libanese diventando
legittimamente e in maniera consensuale il raìs di tutti i
libanesi. Ma la soluzione all'endemica instabilità del Libano
non arriverà di colpo con l'elezione di Aoun.
Il Parlamento, il cui mandato è stato rinnovato d'ufficio, è
sfiduciato da gran parte dell'opinione pubblica. Così come il
governo di Tammam Salam, logorato da divisioni interne.
Nell'accordo raggiunto nelle ultime settimane tra Riad e Teheran
- con la supervisione di Mosca, Parigi e Washington - è compreso
l'affidamento a Saad Hariri dell'incarico di formare il nuovo
governo. Su questo, l'inamovibile presidente della Camera, Nabih
Berri, alleato di Hezbollah ma fortemente ostile a Aoun, ha già
fatto capire che potrebbero volerci mesi prima di raggiungere
l'intesa sulla squadra dei ministri dell'eventuale prossimo
governo Hariri. (ANSAmed).