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Libano: Slow Food a Beirut, Petrini incontra profughi

Il fondatore del movimento è anche ambasciatore della Fao

10 novembre, 12:41

(ANSAmed) - BEIRUT, 10 NOV - Con una visita ad un campo profughi siriani nella sua qualità di ambasciatore della Fao, il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, ha concluso oggi una visita in Libano. "Gastronomia - ha affermato - è anche dare da mangiare ai più di un milione di rifugiati che ospitate in questo Paese". Durante il suo viaggio nel Paese dei Cedri, realizzato con la collaborazione dell'ambasciata italiana e dell'Istituto italiano di cultura, Petrini ha anche incontrato chef e appassionati di cucina e ha tenuto una conferenza all'Università americana di Beirut (Aub). Inoltre, ha presentato in una libreria di Beirut la versione inglese del suo libro 'Buono, pulito e giusto', la cui uscita dieci anni fa segnò l'inizio di una nuova definizione della gastronomia che mette al centro la difesa del cibo, la agro-biodiversità e la lotta agli sprechi secondo una visione alternativa ai metodi dell'industria alimentare.

'Buono, pulito e giusto' deve essere il cibo che consumiamo, ha sottolineato Petrini, ribadendo più volte che la gastronomia non si occupa solo di ricette, ma di tutto il processo di produzione ed elaborazione del cibo, nel rispetto degli equilibri naturali. E nel rispetto degli agricoltori, ha sottolineato, "che devono essere pagati il giusto". Petrini ha quindi esortato anche i suoi lettori libanesi a proteggere le tradizioni gastronomiche del loro Paese, perché se si perdono, ha avvertito, "si perde la vostra storia". (ANSAmed).

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