Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Siria: presidente Libano, 'safe zone' per rientro profughi

Ipotesi sostenuta da Trump. Grandi (Unhcr), non sarebbero sicure

03 febbraio, 19:26

(ANSAmed) - BEIRUT, 3 FEB - Il presidente libanese Michel Aoun ha chiesto alla comunità internazionale di creare 'safe zone' (aree di sicurezza) in Siria in collaborazione con il governo di Damasco, dove fare rientrare i profughi all'estero, tra cui gli 1,5 milioni che si trovano in Libano.

Aoun ha lanciato oggi il suo appello ricevendo l'Alto commissario dell'Onu per i rifugiati, Filippo Grandi.

Nei giorni scorsi il presidente americano Donald Trump aveva ventilato la possibilità di creare 'safe zone' per gli sfollati in Siria, ma Damasco ha avvertito che se una tale iniziativa fosse presa senza un coordinamento con il governo siriano, sarebbe considerata come un atto ostile.

Aoun, citato dai media libanesi, ha assicurato che Beirut non intende obbligare i rifugiati a rientrare. Tuttavia "non possono rimanere in Libano per sempre". Il Libano, che ha una popolazione di poco più di 4 milioni di persone, ospita oltre un milione di siriani registrati, e 500.000 non registrati.

Filippo Grandi, da parte sua, si è detto contrario all'idea delle 'safe zone'. "Non perdiamo tempo a pianificare delle aree sicure che non saranno realizzate, perché non saranno sicure per fare tornare la gente", ha detto Grandi a Beirut,ì. "Francamente, non vedo le condizioni in Siria" per creare queste aree, ha aggiunto Grandi, che nei giorni scorsi ha compiuto una missiione a Damasco. "Concentriamoci - ha detto ancora - sul fare la pace, così che tutti vengano messi al sicuro. Questo dovrebbe essere l'investimento". Intanto oggi gran parte di Raqqa, la città considerata la 'capitale' dell'Isis in Siria, è rimasta senza acqua potabile a causa di raid aerei compiuti dalla Coalizione internazionale a guida Usa che hanno colpito la principale conduttura per il rifornimento idrico, oltre a distruggere due ponti sull'Eufrate.

Lo riferiscono diverse fonti locali.

L'organizzazione di attivisti Raqqa is Being Slaughtered Silently ha definito "assolutamente inaccettabili" i raid, affermando che i ponti erano usati dai civili e la fornitura di acqua potabile è stata interrotta in tutta la città. La Coalizione effettua bombardamenti su Raqqa e le postazioni dello Stato islamico nella provincia a sostegno delle cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf), a maggioranza curda, che dallo scorso autunno conducono un'offensiva contro il 'Califfato'.

(ANSAmed).

© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati