(ANSAmed) - BEIRUT, 8 FEB - Una 'stabilizzazione' degli aiuti
e della cooperazione italiana con il Libano, alle prese con le
crisi nella regione e il maxi afflusso dei profughi siriani, è
stato l'argomento principale discusso durante una visita di due
giorni, conclusasi oggi, del sottosegretario agli Esteri
Vincenzo Amendola a Beirut.
Si è trattato di una missione per la "ripresa di contatti
nella continuità", hanno detto fonti diplomatiche all'ANSA. Una
ripresa necessaria dopo l'elezione - seguita ad una vacanza
istituzionale di due anni e mezzo - di Michel Aoun a presidente
della Repubblica e l'insediamento del nuovo governo del premier
Saad Hariri. Ma anche una continuità perché in realtà le visite
delle massime autorità italiane, a partire dal presidente Sergio
Mattarella, non sono mai cessate negli ultimi anni.
Oltre ai ministri dell'Interno e della Difesa, Amendola ha
incontrato i titolari dei dicasteri degli Affari sociali,
dell'Acque ed Energia, degli Affari dei rifugiati, delle Finanze
e dell'Istruzione. Tutti settori interessati alle iniziative di
assistenza e cooperazione italiana. Incontri tanto più
importanti ora che il Libano sottolinea l'esigenza di un varo di
un Master Plan per gli interventi internazionali che vada al di
là degli aiuti d'emergenza per affrontare i problemi
infrastrutturali - come nei settori dell'acqua e della sanità -
già presenti in passato ma ora aggravati dalla presenza di oltre
un milione di rifugiati siriani a fronte di una popolazione di
quattro milioni.
L'Italia punta anche ad assicurare alle proprie aziende un
ruolo importante nei futuri piani di investimento. E questo
anche per costituire con le imprese locali partnership preziose
per l'espansione in altre parti del mondo, prime tra tutte
l'Africa, dove le società libanesi hanno una forte presenza.
(ANSAmed).