Alla fine di quel conflitto lo Stato ebraico aveva più che raddoppiato la sua estensione territoriale, conquistando il Sinai egiziano, Gaza, le Alture del Golan, la Cisgiordania e soprattutto Gerusalemme est, dal 1949 in mano giordana, oggi capitale riunificata da Israele che la considera nella sua totalità "unica e indivisibile".
Un risultato - gli arabi lo chiamano la 'Naksah', la sconfitta - inequivocabile dal punto di vista militare, più problematico e gravido di conseguenze da quello politico, come apparve fin dal primo momento. La realtà geopolitica uscita dalla guerra - compreso il nuovo esodo palestinese ma anche l'ulteriore espulsione degli ebrei da alcuni paesi arabi - grava tuttora sulla questione israelo-palestinese e delimita fortemente i contorni del suo possibile esito nel quadro della soluzione a due Stati a fronte di un'occupazione che, per vari motivi, dura da 50 anni. (ANSAmed).