Come sarà la situazione del Libano in futuro? "Contiamo su una velocizzazione per arrivare ad una soluzione della crisi siriana. Potremo tornare ad essere velocemente connessi a Paesi come l'Iraq e la Giordania, e anche ai Paesi del Golfo, per raggiungere i quali la Siria ha un ruolo di connessione naturale. Da quando il conflitto in Siria si è allontano dai confini con il Libano la situazione della sicurezza nel nostro Paese è notevolmente migliorata anche rispetto ai rischi terroristici. Il turismo è tornato a crescere e gli europei vengono numerosi a visitare il Libano. Abbiamo fiducia che quando il conflitto terminerà saremo in una posizione ancora migliore per fare affari con il mondo. Come state attirando le imprese estere ad investire sul vostro territorio? Un'opportunità è quella offerta dalla zona economica speciale di Tripoli ora alle fasi finali. Tripoli è la seconda città del Libano, si trova nel nord vicino al confine con la Siria. La zona economica speciale, che occupa un'area di grande entità vicino al porto offre una grande opportunità per, ad esempio, imprese offshore interessate al settore del gas e del petrolio.
Le imprese che si stabiliranno qui godranno di facilitazioni in termini di tasse e mercato del lavoro e la vicinanza a 15 minuti di distanza da un ex aeroporto militare, perfettamente funzionante e convertito a fini civili, è interessante per imprese della logistica. Le opportunità per le imprese del gas e petrolio sono importanti, si è da poco costituito un consorzio composto da 73 imprese, alcune anche italiane, e tra poco inizieranno le indagini nelle acque territoriali libanesi per cercare gas e risorse energetiche. E' preoccupato per la crisi del Golfo che può destabilizzare e mettere a rischio i rapporti economici nei Paesi dell'area? "No - risponde Fahed -. Il Libano può svolgere un ruolo importante data la sua posizione neutrale in questa crisi.
Abbiamo buone relazioni sia con il Qatar che con l'Arabia Saudita e gli altri Paesi del Gulf Cooperation Council, oltre che forti legami commerciali. Fino a questo momento la crisi non ha avuto nessun effetto sugli affari. Pensa che la politica di Trump abbia conseguenze negative sulla situazione della stabilità in Medio Oriente e sulla crisi del Golfo in particolare? "Molti consiglieri di Trump sono di origine libanese e questo è una buona cosa per il nostro Paese. Il Libano è un Paese di dimensioni ridotte e questa vicinanza ci può portare ad avere un ruolo maggiore.