(di Francesco Tedesco)
(ANSAmed) - NAPOLI, 10 APR - "I miei ricordi sono amplificati
e mi appaiono molto migliori di quello che erano davvero. Io
rendo romantiche le memorie, questo è quello che accade con il
tempo che passa, glorifica quello che ti è accaduto e ti fa
costruire tutto, dalla felicità alla malinconia". E' così che
Adra Kandil, ventenne artista libanese, racconta l'elaborazione
che guida il suo lavoro, "Dear Nostalgia", in cui costruisce
immagini con vecchi giornali e fiori freschi, stelle del cinema
in ambienti urbani mediorientali. E' da lei che l'Arab News
parte per un viaggio nella scena delle giovani artiste arabe che
si stanno prendendo i riflettori, trasfigurando le immagini
delle sofferenze e dei miti che arrivano da lontano.
Kandil non è sola. Le artiste sono tante, a partire da Saba
Mousavi che crea opere in cui scene di donne palestinesi sono
improvvisamente nelle foto dello sbarco sulla luna, fino a
Stephany Sanossian, giovane artista siriano-armena che prende le
star di Hollywood o le modelle con la borsa Luis Vuitton in
primo piano e le fa camminare nelle strade di Damasco. Oppure
prende Kim Kardashian con il figlio in braccio e la mette
davanti a una bottega armena. Il glam e il bianco e nero che si
scontrano in un collage, ma anche un'esplosione di colori che
fonde la pop art con la cultura araba, come nelle opere di Rana
Salam, artista e designer libanese che apre il suo sito con la
frase: "Cambiare la percezione del Medio Oriente attraverso il
potere del design". "Nel periodo in cui studiavo a Londra negli
anno '90 - racconta Salam - mi accorsi che gli inglesi non
avevano alcun indizio per capire come fossero davvero il Medio
Oriente o Beirut. Così imparai a tradurre una cultura
sottolineando la sua forza. E la pop art è la voce più forte con
cui farlo".
"La nostalgia è una parte fondamentale dell'arte. Il senso
comune in Libano è che i giorni migliori del Paese erano quelli
prima della guerra e l'arte guarda al passato proprio
interiorizzando quella nostalgia", spiega Paola Mounla,
fondatrice dell'account Instagram Art of Thawra, che raccoglie
le opere di giovani artisti collegati alle recenti proteste in
Libano. La nostalgia è un filo conduttore comprensibile che
accomuna i libanesi ma anche i palestinesi e i siriani.
Dalla Palestina arrivano le opere di Dana Barqavi, artista
che vive ad Amman e dipinge la vita quotidiana dei palestinesi
con un forte senso di nostalgia, ad esempio, nei due cicli di
opere "A land without a people" (Una terra senza un popolo). Le
sue opere sono ora in mostra al Museo del Popolo Palestinese a
Whashington. "Vengo dalla generazione della diaspora - dice - e
la maggior parte delle cose che ho sentito della Palestina è
dalle parole della generazione precedente, che rendeva i ricordi
romantici oppure li rifiutava, perché erano troppo dolorosi.
Così la mia generazione ha sviluppato un senso di appartenenza a
una terra in cui non abbiamo mai vissuto. Ma la realtà deve
essere fortemente unita al mondo reale, per questo dietro la
bellezza dell'opera d'arte deve esserci una realtà politica che
sfidi l'invisibilità istituzionale della storia e
dell'esperienza dei palestinesi".