BEIRUT - Il parlamento del Libano, che è il terzo produttore di droga al mondo dopo Afghanistan e Marocco, ha approvato per la prima volta nella sua storia la legalizzazione della cannabis a fini terapeutici. Lo riferiscono media libanesi, citando i risultati della seduta parlamentare svoltasi nelle ultime ore a Beirut in una sede temporanea a causa delle misure per il Covid-19. La proposta di legge era stata presentata dal presidente della camera Nabih Berri, leader del partito sciita Amal, alleato degli Hezbollah filo-iraniani. Ma proprio gli Hezbollah, che controllano di fatto ampie zone della valle della Bekaa - notoriamente luogo di coltivazione illegale della cannabis - si sono opposti all'approvazione della legge, affermando che la legalizzazione della canapa indiana "non è fattibile dal punto di vista economico". La legge approvata oggi mantiene la penalizzazione sulla vendita e il consumo della canapa indiana, che potrà invece essere somministrata in ambito medico. Nonostante la coltivazione e la vendita di cannabis in Libano siano illegali, secondo osservatori libanesi e stranieri queste attività sono da decenni molto diffuse nella parte nord-orientale della Bekaa libanese, vicino al confine con la Siria, e sono gestite da influenti clan locali, armati e protetti anche da attori politici libanesi. (ANSAmed).