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Libano: Amnesty, siriani torturati come in Siria

Atroci violazioni commesse da autorità libanesi su rifugiati

23 marzo, 16:15

(ANSAmed) - BEIRUT, 23 MAR - Le forze di sicurezza libanesi hanno commesso "scioccanti" violazioni umanitarie contro rifugiati siriani, arrestati spesso arbitrariamente con accuse legate al terrorismo, impiegando alcune delle stesse atroci tecniche di tortura utilizzate nelle tristemente note prigioni siriane: è quanto emerge da una relazione di Amnesty International pubblicata nelle ultime ore.

La relazione documenta una serie di violazioni commesse principalmente dai servizi di sicurezza dell'esercito libanese tra il 2014 e il 2021 contro almeno 26 siriani, tra cui due donne e quattro minori, in carcere senza un processo equo e sottoposti a torture di vario tipo, condotte con bastoni di ferro, cavi elettrici, tubi di plastica. I detenuti hanno anche descritto di essere stati appesi a testa in giù o costretti in posizioni di stress per periodi di tempo prolungati.

L'indagine di Amnesty si basa su una serie di interviste con ex detenuti e detenuti ancora in carcere, avvocati per i diritti umani e uno studio di vari documenti legali. Dal 2011 centinaia di rifugiati siriani sono stati detenuti in Libano, spesso arbitrariamente con false accuse legate al terrorismo, a volte in relazione alla loro appartenenza a gruppi armati.

In Libano si trova più di un milione di rifugiati siriani fuggiti dalla vicina Siria a partire dal 2011, dall'inizio della violenza armata nel paese. Il Libano ha nel 2017 approvato una legge contro la tortura ma fino a oggi, afferma Amnesty, ha costantemente evitato di applicarla. Le denunce di tortura raramente raggiugono un tribunale.

"Questa relazione fornisce una fotografia istantanea del trattamento crudele, abusivo e discriminatorio da parte delle autorità libanesi nei confronti dei rifugiati siriani detenuti con l'accusa di terrorismo", afferma Marie Forestier di Amnesty International. "In molti casi - afferma - i rifugiati scampati alla guerra, alla spietata repressione e alla tortura diffusa (in Siria) si sono trovati arbitrariamente detenuti e tenuti in isolamento in Libano, dove devono affrontare molti degli stessi orrori impiegati nelle carceri siriane".

In tutti tranne uno dei 26 casi documentati da Amnesty International, i rifugiati hanno riferito di essere stati torturati durante l'interrogatorio o la detenzione. Due dei sopravvissuti all'epoca avevano solo 15 e 16 anni. Almeno quattro uomini hanno detto di essere stati picchiati così duramente da aver perso conoscenza e due avevano i denti rotti.

Amnesty ha anche documentato maltrattamenti su due donne, molestate sessualmente e aggredite verbalmente durante la detenzione. Una è stata costretta a guardare mentre gli agenti di sicurezza torturavano suo figlio e un'altra donna è stata costretta a guardare suo marito che veniva picchiato.

I detenuti hanno affermato di aver affrontato alcune delle stesse tecniche di tortura abitualmente utilizzate nelle carceri siriane come il "tappeto volante" (legati su una tavola pieghevole), "shabeh" (il detenuto è sospeso per i polsi e picchiato), o "balango" , che prevede che un individuo venga sospeso per ore con i polsi legati dietro la schiena.

Bassel, un ex detenuto siriano, ha detto ad Amnesty di esser stato picchiato duramente ogni giorno per tre settimane. "La mia schiena aveva ferite aperte che iniziarono a diventare davvero brutte. Alla fine, c'erano vermi dentro le mie ferite", ha detto. Ahmed ha detto di essere stato picchiato sui genitali fino a quando non ha perso conoscenza.

Un altro rifugiato detenuto ha detto che un agente della sicurezza lo ha ferito così gravemente picchiandogli i genitali che ha urinato sangue per diversi giorni. Mentre lo picchiava, l'agente ha detto: "Ti sto picchiando qui così non puoi dare altri bambini a questo mondo, così non inquineranno la società".

(ANSAmed).

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