(ANSAmed) - ROMA - Sempre più in fiamme e fuori controllo la Libia, dove oggi si sono registrate nell'est l'esplosione di diverse autobombe - con almeno cinque vittime - oltre a raid aerei dell'aviazione sulle basi di Ansar al Sharia a Derna, città dell'est della Libia che ha giurato fedeltà allo Stato islamico - la stessa dove ieri sono stati trovati i corpi decapitati due giovani attivisti per i diritti umani.
Un'autobomba è esplosa stamani vicino all'aeroporto di Labraq (o Al Abraq) nei pressi della città orientale di Baida. Un'altra esplosione è avvenuta poco dopo a Tobruk, dove ha sede il Parlamento uscito dalle elezioni del 25 giugno, riconosciuto dalla comunità internazionale ma non dal Congresso generale nazionale reinsediato di recente dalle milizie islamiste dell'operazione 'Alba' a Tripoli. Almeno cinque le vittime e decine i feriti, senza contare tre kamikaze, che secondo l'esercito libico provenivano dalle file dei jihadisti in guerra per la Cirenaica.
Un'altra autobomba è esplosa stamani anche a Bengasi, dove infuriano da mesi i combattimenti tra i jihadisti di Ansar al Sharia da una parte e le forze del governo di Tobruk e dell'ex generale Khalifa Haftar. E ancora un'altra autobomba è stata trovata davanti a un edificio della prefettura ad Ajdabiya, sempre in Cirenaica, dove sono intervenuti gli artificieri per il disinnesco.
Solo pochi giorni fa un altro attentato era stato compiuto a Shahat, nuova sede del governo transitorio, mentre non distante era in corso una riunione tra il premier Abdallah al Thani e l'inviato dell'Onu per la Libia Bernardino Leon.
La nuova ondata di violenza nel Paese preoccupa il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, che parla di una "una serie di atti di violenza che nuocciono alla stabilità e alla causa della riconciliazione nazionale". "La fine degli attacchi è il primo passo per avviare una ripresa del dialogo tra le parti ora quanto mai necessaria", afferma il titolare della Farnesina. "Ripresa per la quale - aggiunge Gentiloni - è attivo il Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell'Onu, Bernardino Leon, con il pieno sostegno dell'Italia e della nostra rappresentanza in Libia". L'ambasciata italiana è infatti l'unica occidentale rimasta aperta a Tripoli.
La visita ieri a Tripoli dello stesso Leon aveva indotto i sostenitori dell'alleanza islamista denominata 'Alba' a pensare erroneamente ad un riconoscimento, da parte occidentale, del Congresso e del governo di Tripoli, dopo che la Corte suprema ha invalidato le elezioni parlamentari di giugno. Leon si è infatti limitato ad incontrare il presidente del Congresso generale nazionale, per poter avviare un dialogo tra il governo parallelo di Tripoli di Omar Al Hassi e quello di al Thani sostenuto dall'assemblea di Tobruk. L'ambasciata tedesca è stata costretta a smentire su Facebook le notizie "infondate" di un "invito a membri del cosiddetto 'Governo di salvezza nazionale' basato a Tripoli". (ANSAmed).