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Libia: a rischio dialogo Onu, governo Tobruk diserta

E esclude aziende turche da paese. Colloquio Gentiloni-Dairy

24 febbraio, 11:03

(ANSAmed) - ROMA, 24 FEB - In Libia è a rischio il dialogo tra le diverse fazioni in lotta mediato dall'Onu, precondizione perché la comunità internazionale possa decidere se e come intervenire per scongiurare il baratro e arginare la minaccia jihadista dell'Isis. Il governo di Abdullah al Thani, riconosciuto internazionalmente e costretto a riunirsi a Tobruk, ha annunciato di "aver sospeso", con un voto in parlamento, la propria partecipazione ai colloqui, che prevedevano un nuovo round giovedì prossimo in Marocco. E ha deciso di "rivedere tutti i contratti con le aziende straniere e di escludere le compagnie turche dalla possibilità di operare in Libia". Il governo di Tobruk accusa infatti la Turchia di sostenere le milizie filo-islamiche che a Tripoli hanno "imposto" il governo parallelo di Omar al Hassi. E nei giorni scorsi proprio Hassi aveva minacciato di disertare i negoziati se l'Egitto non fosse stato portato "davanti alla giustizia" per aver lanciato raid aerei "contro civili a Derna", roccaforte dell'Isis in Libia, all'indomani del video della decapitazione di 20 egiziani copti per mano dei jihadisti. Da New York l'inviato speciale dell'Onu Bernardino Leon non ha al momento commentato le nuvole nere che si annidano sui colloqui libici e ha fatto sapere, attraverso il suo portavoce, di essere "impegnato in intensi contatti" in vista del nuovo tavolo. Il capo della diplomazia italiana, Paolo Gentiloni, ha invece parlato al telefono con il collega libico Mohamed al Dairy, al quale ha auspicato che il parlamento di Tobruk continui a collaborare con il processo negoziale guidato da Leon. Secondo una nota della Farnesina, i due ministri degli Esteri hanno inoltre "ribadito il comune impegno per un governo di unità nazionale e la preoccupazione condivisa per la presenza di terroristi in Libia". Citato da media libici, al Dairy ha però alzato la posta, criticando Stati Uniti ed Europa per la mancata cancellazione dell'embargo sulle armi e affermando che la Libia, alla luce delle perplessità della comunità internazionale, cercherà il sostegno dei suoi "fratelli arabi".

Ma per il presidente Usa Barack Obama buona parte dell'attuale conflitto riguarda la lotta per il potere e per l'accesso alle risorse del Paese ed è pertanto necessario che "appropriate sanzioni rimangano in vigore". La Libia "continua a porre una insolita e straordinaria minaccia alla sicurezza e alla politica degli Stati Uniti", ha aggiunto Obama annunciando in una lettera al Congresso la proroga di un anno dello stato di emergenza nazionale riguardo al Paese nordafricano.(ANSAmed).

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