"E' arrivata nel porto di Catania - prosegue Alfano - la nave della Capitaneria con a bordo i superstiti del naufragio al largo della Libia. Sulla nave, la Polizia ha svolto interrogatori e confronti che hanno consentito alla Procura della repubblica di Catania di individuare e disporre il fermo dei due scafisti".
Secondo il racconto dei sopravvissuti il tunisino, nel cercare di nascondersi e non farsi riconoscere, avrebbe pilotato con poca attenzione l'imbarcazione che sarebbe entrata in collisione con il mercantile King Jacob che era giunto in zona per prestare i soccorsi.
Sabato sera, attorno alle 22, hanno raccontato i migranti agli operatori umanitari dell'Unhcr, dal barcone è stato avvistato il mercantile portoghese, che era stato dirottato in zona dalla centrale operativa della Guardia Costiera. A quel punto il tunisino, avrebbe puntato la prua dell'imbarcazione verso la nave ma, una volta avvicinatosi, avrebbe pilotato senza la dovuta attenzione. "Voleva guidare la barca - hanno raccontato i sopravvissuti - e allo stesso tempo nascondersi tra di noi". Questo atteggiamento del tunisino avrebbe portato il barcone ad urtare la King Jacob. A quel punto a bordo è scoppiato il panico: "tutti hanno iniziato ad agitarsi - hanno raccontato i migranti - quelli che erano più in basso hanno solo sentito l'urto ma non vedevano niente e volevano salire. Alcuni di quelli che erano sul ponte sono finiti in acqua subito. La barca ha cominciato a muoversi sempre di più e poi si è rivoltata". All'Unhcr i migranti hanno raccontato di esser partiti dalla Libia sabato mattina, attorno alle otto, e hanno sostenuto che a bordo c'erano circa 800 persone.(ANSAmed).