(ANSAmed) - TUNISI, 29 LUG - Sta suscitando polemiche politiche
in Tunisia la sentenza di condanna a morte pronunciata ieri da
un tribunale di Tripoli nei confronti dell'ex premier libico
Baghdadi Mahmoudi. L'ex presidente della Repubblica tunisino
Moncef Marzouki, ha dichiarato che l'estradizione di Mahmoudi,
che si era rifugiato in Tunisia, venne disposta senza il suo
consenso e senza alcuna prova scritta o orale a sostegno delle
accuse, aggiungendo che nel corso del suo mandato procedette a
monitorare lo stato di detenzione di Mahmoudi attraverso l'invio
di una commissione speciale. L'ex premier libico venne
consegnato alle autorità libiche il 24 giugno 2012 dall'allora
premier tunisino Hamadi Jebali, a seguito di una lunga ma
regolare procedura di estradizione esaminata dalla Corte di
Appello di Tunisi convalidata dal governo. Jebali all'epoca
dichiaro' che "il governo libico aveva fornito garanzie orali e
scritte comprovanti il rispetto dei diritti dell'uomo e ad un
processo giusto per Mahmoudi e che un comitato tunisino di
associazioni a tutela dei diritti dell'uomo aveva recentemente
effettuato una visita in Libia per assicurarsi della veridicità
delle predette garanzie". Mahmoudi è stato condannato a Tripoli
nell'ambito del processo a carico di 37 ex gerarchi del passato
regime libico. Oltre all'ex premier sono stati condannati a
morte Saif al Islam Gheddafi, secondogenito di Muammar Gheddafi,
l'ex capo dell'intelligence libica, Abdullah al Senussi, e altre
sei persone. La condanna a di Saif al Islam e altri quattro ex
gerarchi è stata emessa in contumacia non essendo presenti in
tribunale a Tripoli. (ANSAmed)