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Libia: 4 le navi italiane al largo, Cavour in porto

Tutte fuori da acque libiche. Nessun caccia avvistato da radar

03 novembre, 09:45

(ANSAmed) - ROMA, 3 NOV - Nessuno sconfinamento e nessuna traccia di caccia libici sulla testa delle navi italiane che pattugliano il Mediterraneo: all'indomani delle accuse lanciate da ambienti del governo di Tobruk, secondo cui "navi da guerra" italiane avrebbero violato le acque territoriali libiche, si rinnovano le smentite e si apprendono nuovi particolari.

Le navi militari che incrociano in queste ore nel Mediterraneo, in particolare nel Canale di Sicilia, sono quattro e appartengono tutte all'operazione "Mare sicuro", la versione 'marittima' dell'operazione dell'Esercito "Strade sicure".

Compito di questa missione, lanciata nel marzo 2015 "in seguito all'aggravarsi della minaccia terroristica", è quello appunto di garantire la sicurezza in mare di cargo e motopesca, di sorvegliare, fare deterrenza. Tutto ciò con un dispositivo che, ad oggi, è costituito da quattro navi operative (cinque quelle assegnate alla missione): il cacciatorpediniere Durand De La Penne, la sofisticata fregata Fasan - queste due navi nei giorni scorsi hanno condotto un'operazione in alto mare catturando 14 scafisti - la più datata fregata Euro e il pattugliatore d'altura Bettica. L'area di operazioni è di circa 160.000 chilometri quadrati, nel Mediterraneo centrale e prospiciente le coste della Libia, ma comunque sempre in acque internazionali.

Un'altra nave italiana che pattuglia il Mediterraneo al largo della Libia è poi la portaerei Cavour, l'ammiraglia della nostra flotta nonché nave-bandiera della missione europea antiscafisti Eunavfor-Med, che però in questi giorni è in sosta ad Augusta.

Nessuna altra nave italiana fa attualmente parte di quel dispositivo.

Nessuna delle navi italiane, come ha subito precisato la Difesa, è mai entrata in acque libiche. Non solo. Nessun aereo libico, dei pochi ancora disponibili, è stato avvistato nei paraggi delle navi, come asserito invece da fonti libiche di Tobruk, secondo cui "la violazione è stata tracciata e verificata anche dai nostri caccia", levatisi in volo nella serata di sabato per "monitorare i movimenti delle tre navi". Le quali, "dopo aver ricevuto un avvertimento", sarebbero tornate in acque internazionali".

"E' falso. Le nostre navi non hanno registrato alcun sorvolo di caccia libici", ha ripetuto oggi il ministro della Difesa Roberta Pinotti. E fonti militari aggiungono che tra le navi che pattugliano il Mediterraneo c'e' anche un caccia, come il Durand De La Penne, i cui radar hanno una portata che sfiora le cento miglia: nulla è stato segnalato.

Dunque una bufala, viene ribadito. Ma perché la diffusione di questa falsa notizia? "Le tensioni attuali in Libia - sottolinea il ministro Pinotti- sono legate alla volontà di influire o addirittura mandare a monte i negoziati che vengono portati avanti dall'emissario Onu Bernardino Leon. Non c'è tensione particolare tra Libia e Italia". (ANSAmed).

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